(Glik svetta di testa per il gol del momentaneo 0-2 per il Toro…)
Esiste nel calcio un virus molto singolare che può intaccare squadre blasonate che si contendono i maggiori titoli nazionali ed internazionali, quanto umili realtà sportive che militano nei più infimi campionati locali. Si tratta della temibile “pareggite”, ovvero la cronica tendenza a impattare, in sequenza, il risultato delle partite lungo l’arco della stagione, singolare caratteristica di questo virus è che ciò si verifichi a sua volta indipendentemente dal tipo di avversario incontrato e dal tipo di prestazione offerta durante la gara, ovvero che si giochi contro l’Inter o il Livorno, che si domini una partita o che si subisca per 90 minuti l’avversario, il risultato sarà comunque una salomonica quanto discutibile divisione della posta in palio. Ecco ciò di cui soffre il Torino in queste settimane; infatti dopo 10 giornate il tabellino dei granata recita due vittorie, tre sconfitte e cinque pareggi, la squadra in serie A che ha pareggiato di più e quella che più volte si è fatta rimontare l’iniziale vantaggio. In teoria l’unico antidoto a questa malattia è il ritorno alla vittoria, da perseguire magari con cambi di natura tecnica: modulo e interpreti nella versione Light, oppure direttamente la guida stessa della squadra, cioè l’allenatore, nella versione Strong.
E per il Torino a cosa serve? Ma soprattutto quali sono le cause di queste performance? È un discorso che meriterebbe un percorso di analisi piuttosto approfondito, ma che in sintesi si può cercare di contenere in alcune considerazioni: la squadra non riesce ad avere lungo i 90 minuti uno standard di prestazione omogenea, lo si è visto chiaramente ieri sera all’Armando Picchi, nei primi 10 minuti si è andati a segno ben due volte, sfruttando la frattura tra i reparti del Livorno aggravata da marcature tutt’altro che rigide, ciò permetteva a Cerci di piazzare due assist prima per Immobile in una azione in velocità partita sulla fascia destra e poi per Glik, su azione da calcio d’angolo. Dopodiché il copione è radicalmente cambiato, il possesso palla è stato quasi totalmente in mano ai padroni di casa e la manovra contenitiva granata è apparsa incapace come non mai a trovare le misure agli avversari, così dopo aver vacillato più volte veniva concessa la rimonta completa entro il 33° minuto grazie ai gol di Paulinho, che segnava in una azione speculare al vantaggio di Immobile e a Greco che si ritrova la porta spalancata ai suoi occhi dopo che la difesa è presa in controtempo da una azione sulla destra dell’out livornese. A questo punto il Toro tornava ad affacciarsi dalle parti di Bardi bravo a deviare una conclusione di testa di Glik su cross di Bellomo. Il secondo tempo si presentava con ritmi più bassi da ambo le parti, ma una accelerata dei livornesi tra il 60° e il 70° permetteva a questi di andare in vantaggio con un gol da 30 metri di Emerson e a sfiorare altre due marcature con Emeghara. Il Toro faticava a trovare spazi ed idee e solo nel finale sfiorava due volte il pareggio su conclusioni di D’ambrosio e Barreto e poi impattava definitivamente il risultato con un rigore concesso per fallo di mano di Rinaudo nella sua area che Cerci trasformava.
Quindi le due squadre si sono alternate di continuo nel dominio dell’inerzia del match, anche se il gioco dei labronici si è fatto preferire come continuità e qualità rispetto a quello dei granata. Certo le assenze sono un elemento da considerare, ma le amnesie e i cali di rendimento in partita più evidenti sono stati di titolari come Vives, Moretti e D’Ambrosio che dovrebbero godere magari di una pausa, ma che giocoforza non riescono ad averla in quanto non ci sono rimpiazzi (anche se al posto di D’Ambrosio scalpita Pasquale…), mentre altri giocatori come Gazzi, Barreto ed El Kaddouri devono ancora recuperare pienamente da infortuni e lunghe indisposizioni. Come correre ai ripari? Difficile dirlo sul breve periodo, anzi il timore è che fino alla riapertura del mercato di gennaio le emergenze di organico saranno piuttosto continue e che le difficoltà di prestazione non saranno facili da ribaltare, anche se la squadra ha comunque una posizione in classifica non disperata e che i punti di vantaggio sulla terz’ultima sono al momento cinque, appena sufficienti per stare tranquilli un paio di giornate. Ad ogni buon modo il potenziale di questa squadra sembra non troppo superiore a quella dell’anno scorso, perciò a mio parere non ci si dovrebbe spostare molto dal risultato finale ottenuto nella scorsa stagione. Piuttosto mediocre per il blasone del Toro, ma piuttosto in linea con il “progetto”, se così lo si vuol definire, della gestione di Urbano Cairo…
(Paulinho mette dentro il primo gol della rimonta livornese…)
Di seguito le pagelle che ho redatto per il sito Tuttotoro.com
Padelli 5,5: grande parata sul colpo di testa insidioso di Paulinho al 20°, ma poi và in confusione come il resto del reparto arretrato e subisce l’uno-due del brasiliano e di Greco, nel secondo tempo salva di piede su Emeghara ma nulla può sull’eurogol di Emerson. Darmian 6: è impegnato a contenere la manovra avversaria sulla sua fascia e deve anche andare a chiudere sulla verticale, ma pare il migliore del suo reparto, spinge poco perché deve coprire le ripartenze livornesi dopo le azioni non andate a fondo di Cerci.
Glik 6: grande gioia per il suo primo gol in campionato, poi ingaggia un duello con Paulinho lungo tutto il match che gli costa subito un’ammonizione che lo obbliga a dover dosare gli interventi, è in ritardo sul primo gol, poi Bardi gli nega la gioia della doppietta, nel secondo tempo va in affanno su qualche pallone.
Moretti 5,5: cerca come al solito di mettere una pezza, ma va in ambascia davanti alla manovra inventiva degli avversari ed in entrambi i gol del Livorno non è irreprensibile, un po’ più di personalità nel secondo tempo, ma patisce tremendamente Emeghara. D’Ambrosio 5: fatica molto a trovare la possibilità di spingere e in fase di copertura non contiene la verve di Schiattarella e Biagianti, prova nel secondo tempo a farsi vedere di più e prende un palo clamoroso; purtroppo non una bella prestazione per lui, ansia da rinnovo contrattuale?
Gazzi 5: parte più vivace e più determinato rispetto a Napoli, ma poi si perde e non chiude sulle manovre sulla sinistra degli avversari, è anche in difficoltà atletica, forse andava sostituito prima.
Vives 5,5: mancano i suoi raddoppi di marcatura ed anche in impostazione è evanescente, sul gol di Emerson non chiude con grinta, si riscatta leggermente nel finale mettendo finalmente in azione i muscoli.
Bellomo 6: cerca di rimanere il più vicino possibile a Cerci per dargli manforte, è l’unico dei mediani a far circolare la palla con intelligenza, e a essere l’unica alternativa a Cerci nei cross in area, non raddoppia molto in copertura, ma almeno si salva nel marasma generale.
El Kaddouri 5,5: non sta bene e si vede, prova comunque a infilarsi nei corridoi che non poche volte la difesa amaranto gli concede, ma atleticamente deve ancora raggiungere il pieno recupero.
Cerci 6,5: subito decisivo con due assist vincenti per Immobile e Glik, poi finisce un po’ per nascondersi e si ridesta dopo il pareggio di Greco quando con una serie di calci d’angolo mette scompiglio nell’area labronica, nel secondo tempo prova a caricarsi la squadra sulle spalle, ma la giocata fatica a riuscirgli, fino al rigore del pareggio che trasforma con freddezza.
Immobile 6: và subito in gol dimostrando di essere “caldo” dal punto di vista realizzativo, poi nonostante chiami spesso la palla, viene servito poco in area, nel secondo tempo s’innervosisce e la prestazione ne risente, così dopo un tiro poco a lato, contribuisce alla concessione del rigore.
Barreto 6: cerca di dare verve, ma è sempre lontano dalla porta, serve un assist per D’Ambrosio che il laterale spedisce clamorosamente sul palo e sfiora il pareggio su una conclusione dal limite dell’area che Bardi intercetta per miracolo, almeno è volitivo. Meggiorini 6: entra a 10 minuti dalla fine e si guadagna un angolo, poi riesce a mettere la palla in mezzo per Immobile che causa il rigore del pareggio; prova davvero a far sfruttare le occasioni che Ventura gli concede. Non è un campione ma onora la maglia.
Pasquale s.v.: entra per dare spinta e copertura sulla sinistra nei minuti finali.
Ventura 5,5: sorprende con un inedito 4-3-3 che nei primi 10 minuti lo ripaga abbondantemente, poi però la squadra và in collasso sotto la reazione dei padroni di casa, sgrida molto Cerci, ma le falle sono sopratutto altrove e non sembra riuscire a dare le direttive giuste; mette Barreto nel secondo tempo che come esterno d’attacco non è il massimo; poi dopo il gol di Emerson và in depressione, fortunatamente la sostituzione di Meggiorini per Gazzi è felice, ma la prestazione della squadra lascia a desiderare per le amnesie difensive e l’immagine di lui sconsolato e muto in panchina al triplice fischio come se avesse perso pesantemente lascia intendere più di ogni altro commento.
Una cosa rimane indelebile nel tempo, il Nostro motto: Forza Vecchio Cuore Granata!!