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Lizzano

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vigneti

La zona vinicola


L'area di produzione della denominazione di origine controllata Lizzano DOC si trova a 25 km ad oriente della cittadina di Taranto, in una zona che viene considerata la parte del Salento al confine meridionale delle Murge Tarantine. Qui il vino si produce da tremila anni, ovvero con l'arrivo delle prime colonizzazioni greche e fenice, poi riprese dai Romani, e la zona era protagonista di forti scambi commerciali anche grazie ai numerosi porti naturali della regioni che consentivano l'attracco di navi da carico.

Si tratta di una topografia dell'area quasi del tutto pianeggiante, classico della pianura salentina, per lo più coltivata ad olivi, frutteti con alberi generalmente di mandorlo e fichi, e chiaramente vigneti. Ci troviamo esattamente nella zona dei trulli, vicino ad Alberobello, le cui case caratteristiche sono infatti costruite dalle pietre estratte nei terreni in modo che potessero essere coltivati. Si tratta di una situazione quasi usuale in Puglia, con il suolo occupato da massi calcarei che impediscono la coltivazione e devono essere rotti e rimossi. In questa zona sono stati usati per le case mentre in tutta la Puglia vanno a costituire i famosi muretti che delimitano le parcelle lungo le strade, formando quell'aspetto caratteristico della regione.

Il territorio è quindi caratterizzato dal calcare e da una natura carsica molto accentuata, come le famose e vicine Grotte di Castellana testimoniano. Vi sono molte argille e terre rosse, miste a sabbia, depositate su questo calcare stratificato su un basamento molto solido formatosi in epoca antica dal fondo marino dell'antica Tetide, il mare primordiale che poi lasciò il posto al Mediterraneo. Questo basamento fu originato dai fossili marini di conchiglie poi stratificati sul fondo. Una volta emersi per effetto dello scontro tra le placche Euroasiatiche e Africana, le aree calcaree furono sottoposte all'azione delle glaciazioni fino a formare l'attuale natura carsica del territorio, con la presenza di molti inghiottitoi e buche, create dalla fragilità del calcare anche sotto l'azione delle piogge. In questi inghiottitoi vengono incanalate le piogge e i torrenti sotterranei che riforniscono di acqua le piante in superficie, che altrimenti avrebbero gravi difficoltà vista l'assenza di corsi d'acqua in superficie. La zona è quella classica del clima mediterraneo, caldo in estate e temperato in inverno, con temperature sempre al di sopra dello zero. Le estati inoltre non sono molto afose grazie alle brezze marine.

I vitigni bianchi


I vitigni bianchi utilizzati per la produzione dei vini sotto la denominazione Lizzano sono principalmente il Trebbiano Toscano, lo Chardonnay e il Pinot Bianco. Parte dell'assemblaggio può essere composta anche dal Malvasia bianco, dal Sauvignon e dal Bianco d'Alessano. Il Trebbiano è tra questi il vitigno più usato, più che altro per fornire quantità al vino, mentre la qualità viene apportata chiaramente dagli altri vitigni. Il Trebbiano sappiamo che è il vitigno bianco più utilizzato in Italia, soprattutto al centro, che fornisce vini abbastanza scialbi. Qui in zona viene coltivati massicciamente, anche se poi viene sempre assemblato. Lo Chardonnay invece è forse il vitigno bianco migliore al mondo, capace non solo di risultati qualitativi eccellenti, ma anche di ottime rese e capacità di adattamento a qualsiasi tipo di clima e terreno. La sua facilita di coltivazione lo rende sicuramente il vitigno più amato al mondo. Di grande qualità sono anche il Malvasia lunga e soprattutto il Sauvignon, un'altra grande nobile bianca che fornisce grandissimi risultati. L'assemblaggio con lo Chardonnay è tanto raro quanto pregiato nei risultati, e non se ne comprende il motivo di tanta rarità.

Il Lizzano DOC bianco


La denominazione di origine controllata Lizzano nasce con il decreto del 21 dicembre del 1988, e autorizza la vinificazione in bianco, rosso e rosato, nei soli comuni di Lizzano e Fagiano.

Le uve autorizzate dal disciplinare sono il Trebbiano toscano che può variare dal 40% al 60%, lo Chardonnay per almeno il 30% e il Pinot bianco con la stessa percentuale. A questo assemblaggio si possono aggiungere il Malvasia Lunga Bianca per un massimo del 10%, il Sauvignon fino al 25% e il Bianco di Alessano con la stessa percentuale. Non sono disciplinate menzioni mono-vitigno.

Le rese delle uve non possono superare le 14 tonnellate per ettaro, mentre le gradazioni alcoliche devono garantire almeno il 10,00% vol.

Il vino ha colori paglierino scarico e sono in genere fruttati nel profumo sempre abbastanza delicato. Al palato i vini risultano freschi e secchi, di buon corpo, da abbinare a numerose pietanze.

Esiste anche la tipologia bianco Lizzano spumante con una bella spuma briosa e fine, dal perlage persistente. La gamma organolettica rispecchia quella del vino fermo. Diversi gli abbinamenti, ottimo con i crostacei freschi.


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