- Scritto da Luca
Su tutti prodotti alimentari da noi acquistati viene riportata la data di scadenza.
Ci si chiede spesso se oltre a tale data l’ alimento possa essere ancora commestibile oppure debba essere realmente buttato. Difficile spesso regolarsi.
Vorrei condividere un articolo letto sul Corriere della Sera che di seguito riassumo.
Vi è una netta differenza tra una data di scadenza tassativa, e un "preferibilmente entro".
Se un prodotto indica una scadenza perentoria non va consumato dopo di essa: il discorso vale in particolare per carne e pesce fresco. Da noi il pesce fresco è la tipologia di alimento che con più frequenza determina le intossicazioni acute.
La normativa sulla sicurezza prevede che i prodotti scaduti non debbano essere venduti . Ma tanti problemi sono legati alla conservazione dopo l’ acquisto . I frigoriferi, per esempio, sono tenuti troppo spesso ben al di sopra dei 4 gradi, che è la temperatura giusta. Detto questo, per molti cibi la data di scadenza consigliata - il famoso "preferibilmente entro" si riferisce sostanzialmente alla data entro cui è preferibile mangiarli per una questione di gusto, nel senso che dopo il giorno X a non essere più garantite sono le caratteristiche organolettiche originarie, non la sicurezza alimentare. Un semplice biscotto, per esempio, magari dopo un po' s’affloscia, ma anche se consumato mesi dopo la sua morte annunciata, non ammazza nessuno. In via generale, il secco si conserva bene. Il sale, poi, è da sempre un metodo utilizzato per preservare gli alimenti, e lo stesso discorso vale per lo zucchero o il miele.
Per i formaggi occorre distinguere la pasta molle da quella dura. Nei formaggi stagionati a pasta dura un po' di muffa non fa male, basta rimuoverla e l’interno sarà perfettamente commestibile. Particolare attenzione a quelli più freschi o a pasta molle, dove occorre attenersi alla scadenza riportata.
Per le uova una settimana dopo la scadenza non succede nulla, ma più passa il tempo, più converrà optare per un uovo sodo nell’insalata (ben lavata!) piuttosto che uno alla coque o crudo. La cottura è sempre importante (e il fornello tradizionale è meglio del microonde), perché ripara da alcuni rischi, ma attenzione: un alimento che ha una carica batterica eccessiva non è commestibile, cotto o crudo che sia.
Al consumatore finale tratte le sue conclusioni: è un peccato correre rischi inutili, ma anche buttare via cibo ancora perfettamente commestibile.