In ebook esce “Il segreto di Michelangelo”. Il romanzo che racconta dove sia custodito il David di bronzo perso del genio fiorentino. Tra trafugamenti d’arte, omicidi, una storia d’amore impossibile e la grande bellezza dell’arte di Michelangelo Buonarroti.
Era l’anno 1502 quando Michelangelo Buonarroti scolpì il David di bronzo. Gli fu commissionato dal maresciallo Pierre Rohan, ma dopo la sua consegna la statua dall’inestimabile valore andò perduta. Nessuno sa dove sia custodita.
Il segreto di Michelangelo è il romanzo di Sem Bexter pubblicato in ebook da Argo Editore racconta del famoso ladro Bavard che nella Parigi moderna penetra nelle ville di quelli che hanno sottratto la ricchezza alla sua famiglia per recuperarla.
Nelle sue indagini s’imbatte in una continua serie di omicidi che lo conducono a svelare il segreto celato dietro al David bronzeo perduto di Michelangelo.
L’altra storia è quella di Valérie, un giovane avvocato che piange sul corpo del fratello esanime, una delle vittime di quella serie di omicidi. C’è un legame imperscrutabile tra il ladro e la giovane donna, e si trova nel disegno di Michelangelo del David bronzeo.
L’unica prova di quella statua. Peccato che il disegno sia un falso, e che la polizia di Parigi sia connivente.
Bavard si avvicina a risolvere il mistero ma scopre che è più intricato di quanto sembri. Deve risalire all’epoca del Rinascimento, al rapporto tra coloro che hanno caratterizzato questo periodo. Michelangelo Buonarroti e Leonardo Da Vinci. E mettere anche in discussione il sentimento per Valérie.
Il romanzo di Sem Bexter diventa così una storia collettiva, quando per un momento di debolezza si mettono a repentaglio le proprie ambizioni.
“Non tutti i ladri della letteratura sono cinici, basta pensare a Robin Hood – dice Sem Bexter – Il personaggio di Bavard si riprende ciò che era appartenuto alla sua famiglia e continua a depredare per ristabilire una sorta di equilibrio tra lui ed il mondo che lo circonda, quasi a colmare un vuoto indefettibile”.
Il David “De Rohan” è assieme al distrutto “Giulio II benedicente” è l’unica opera dell’artista fusa in bronzo.
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