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LM stories #2

Creato il 05 ottobre 2014 da Librimetro @Librimetro

un giorno sull'isola - lorenzo c. e concita de gregorioCuffie nelle orecchie e musica spenta all’occorrenza. Così, tanto per dissimulare il mio interesse per qualcosa. Questo è il mio metodo, non soggetto a copyright quindi fruibile da chiunque a titolo gratuito.
Gli studenti che animano i mezzi pubblici di Torino, d’Italia e del Mondo intero sono sempre bistrattati. A me fanno divertire. Mi affascina quello che dicono e il modo in cui lo dicono. Anche se sono sciocchezze. Le cuffie dell’mp3 sono il mio alleato più fedele. Vedo qualche buffo adolescente, da solo o in gruppo non fa differenza, stacco la musica e inizio ad ascoltare quello che viene detto. A volte carpisco l’intero discorso, altre volte solo delle parole, altre volte ancora solo alcuni modi di dire. Questo è successo stamattina.
Le scuole sono ormai iniziate da qualche settimana e la tranquillità che si viveva sui mezzi, durante l’inerzia del pubblico e privato insegnamento, è ricordo lontano. Al capolinea del pullman 58, in piazza Carlo Felice, sale una mandria di adolescenti, studenti di un istituto alberghiero, che cerca di impossessarsi di ogni sedile libero. Vedo anche scatti fulminei con l’intento, da parte di qualche bufalo appartenente alla mandria, di precedere pendolari e ignari viaggiatori occasionali, con la cosciente volontà di scippare loro il posto su cui stavano per poggiare il derrier. Il furto avviene nel 99% dei casi. Gli scippati non hanno neanche la forza di reagire, vorrebbero a loro volta essere in grado di realizzare il nuovo record del mondo di salto in lungo, ma l’elasticità degli arti inferiori viene a mancare, quindi si accontentano di restare ammassati, tutti insieme, come sgombri sott’olio, nel corridoio centrale del mezzo. Io, per grazia divina o per sola fortuna trovo un mesto posticino a sedere in fondo al carro bestiame. Quello attaccato al motore. Quello che non ti permette di scendere dal mezzo, se non previa richiesta in carta bollata ad ognuna delle mille persone che separano quell’ignobile posto alla porta per la libertà. Anche se miserrimo, da questo sedile vedo tutto ciò che sta accadendo all’interno del pullman. Sguardi iniettati di sangue, di chi è stato derubato del proprio sedile, nei confronti dei giovani virgulti che già alle 8 del mattino sono in grado di carburare, musica di ogni genere che viene suonata dai potenti altoparlanti di smartphone in possesso di ogni belva, parole proferite ad alto, altissimo volume perché devono essere in grado di sovrastare la musica che inonda quei pochi metri quadrati. Musica che viene ulteriormente rinvigorita per cercare di non farsi declassare dalle parole urlate a random. Il tutto farcito da risate disumane che si mischiano alla folkloristica bolgia. Queste, non sono le uniche cose che sento aleggiare. Penso d’aver visto scagliare un croissant dalla parte posteriore a quella anteriore del carro trasporti speciali. Così, tanto per dare da mangiare agli affamati.
Lo spazio che contiene i quattro sedili di fronte a me è occupato da due giunoniche Nigella Lawson e quattro giovani Gordon Ramsay. Quasi tutti hanno un libro in mano. Dalle copertine evidenzio che sono tutti diversi. Sento sostenere che se avessero potuto sceglierli loro i libri, ne avrebbero opzionato uno solo, da non doverlo leggere per davvero, ma che la stronza (la professoressa nda) ne ha ordinato uno diverso ad ogni studente e maledizioni e anatemi sono indirizzati alla maestrina dalla penna rossa. Oggi è il termine ultimo per concludere la lettura delle pagine assegnate loro prima delle vacanze estive, ma quasi tutti hanno avuto ben altro da fare. Ben altro di più divertente. Gli smartphone lavorano a ritmo incessante per scoprire le trame di quegli ammassi di carta da culo, così definiti da uno dei cuochi. A quelle parole tutti ridono compreso me e per poco, i sei studenti, si accorgono che li sto osservando e ascoltando quindi cerco di riparare spostando lo sguardo all’esterno del bus e muovendo la testa all’inesistente ritmo della musica. Spenta da un bel po’. Sinceramente non ho capito se il loro compito è quello di scrivere una relazione, impossiblile da realizzare in così breve tempo, o soltanto sapere di che cosa parla il libro assegnato. Sta di fatto che Wikipedia sta venendo in loro aiuto. I titoli in possesso dei futuri Jamie Oliver e Chiara Maci sono i più disparati. Cuore, Le avventure di Tom Sawyer, Il giovane Holden quelli che riesco a scovare. L’occhio e l’attenzione cadono su un volume che non ho ancora letto e che non pensavo si trattasse di un libro rivolto a giovani lettori adolescenti: Un giorno sull’isola di Lorenzo C. e Concita De Gregorio . Cercano di scoprire qualcosa in più delle trame leggendo la seconda, terza e quarta di copertina, il tutto coadiuvato dalle parole che provengono da pagine di enciclopedie online. Qualcheduno osa leggere sinossi in inglese, chiedendo sommaria traduzione al più afferrato in materia. Il più bravo di tutti. Quello che è passato con il 5 in inglese.
Gli spodestati dai loro troni, gli sgombri stipati nelle scatolette d’alluminio, gli sconfitti, sembra stiano riprendendo vita e colore. Qualche metro dopo scopro il motivo. L’istituto alberghiero è di fronte a tutti noi. Per la mandria, l’orda, il gregge è giunta l’ora di abbandonare quello che per alcuni è stato un girone dantesco, ma che per me s’è rivelato un luna park. I posti si liberano, il rumore si riduce a zero, i sopravvissuti si scambiamo sguardi complici, la vita quotidiana riprende. Il mio divertimento è finito. Il mio ricordare di quando anche io ero adolescente, un po’ scapestrato, un po’ rumoroso, un po’ scurrile è rimandato al prossimo viaggio sul bus 58 direzione Santa Rita.

LM Stories: Tutto quello che accade intorno ad un libro e al suo lettore, senza limiti di spazio. 


Tagged: bus 58, chef, Concita De Gregorio, einaudi editore, Lorenzo C., piazza carlo felice, santa rita, Torino, un giorno sull'isola, via ada negri

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