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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT di Gabriele Mainetti (2015)

Creato il 25 febbraio 2016 da Ifilms
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Scritto da Riccardo Tanco
Categoria: Recensioni film in sala
Pubblicato: 25 Febbraio 2016
Gabriele Mainetti   Claudio Santamaria   Luca Marinelli  

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Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un delinquente romano che compie piccoli furti per vivere. Dopo essere venuto a contatto con una sostanza radioattiva, l'uomo scopre di possedere una forza sovraumana. Decido ad utilizzare questo potere per se stesso, ma la sua vita cambia quando incontra Alessia (Ilenia Pastorelli), che crede che Enzo sia il celebre supereroe Jeeg Robot d'acciaio giunto a salvarla.

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nel 2015, Lo chiamavano Jeeg Robot è l'opera prima del regista Gabriele Mainetti, già autore di una serie di cortometraggi. Il film è stato accolto con entusiasmo da pubblico e critica, tanto da essere considerato il primo esempio di cinefumetto italiano. 

In verità, al di là del valore commerciale di tale definizione, il film di Mainetti ha ben poco da spartire con i colossi produttivi d'oltreoceano sia per mezzi che per ambizioni, ma soprattutto perché Mainetti realizza una sorta di noir metropolitano molto lineare, che unisce la traccia fantascientifica all'archetipo dei superpoteri.

Va dato merito a Lo chiamavano Jeeg Robot di riuscire a gestire con dovizia la strada del genere, mantenendo come obiettivo principale la capacità di intrattenere senza cadere in velleità o seriosità di troppo né trasformare il film in qualcosa di più di quello che vorrebbe essere. Da segnalare, inoltre, l'efficacia di un buon cast capitanato da Claudio Santamaria e in cui spicca il ruolo dell'antagonista interpretato da Luca Marinelli.

Tuttavia, nonostante il film appaia godibile (seppur gravato da una durata eccessiva), Lo chiamavano Jeeg Robot non sfugge a una scrittura confusa, in cui l'immaginario del celebre cartone animato giapponese poco c'entra con la vicenda narrata ed è solo un pretesto per qualche ammiccamento o citazione. Nonostante il tentativo d'originalità, il film pecca in una sceneggiatura derivativa che, in questo caso, ricorda davvero (in tono minore) il cinema supereroistico recente. Si racconta l'ennesima storia di rinascita e riscatto di un eroe e della sua consapevolezza, unita a una riflessione vagamente stantia sulla responsabilità di fare del bene verso gli altri attraverso i propri poteri.   

Voto: 2/4


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