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"lo chiamavano jeeg robot" di gabriele mainetti

Creato il 28 febbraio 2016 da Fabrizio64
chiamavano jeeg robotIl cinema italiano in questi mesi sta tirando fuori il meglio di sé. “Lo chiamavano Jeeg Robot” del bravissimo regista Gabriele Mainettiè un film talmente denso, complesso, articolato, surreale e pregno di suggestioni, da far trovare in difficoltà chiunque voglia scriverne.Da Pasolini a Tarantino a Gō Nagai, da Accattone a Non essere cattivo a Suburraai manga della metà degli anni ’70 Jeeg Robot, passando per la Marvel, la superba, densa, implacabile pellicola di Mainetti tutto centrifuga, tutto trita e tutto prende, fra realtà cruda e nuda  e mondo del fantastico. Un miserabile “banditello” della periferia romana (Claudio Santamaria) che si pasce di yogurt e di porno, in una Roma bella nella intensità della sua luce e obnubilata  da bombe camorriste (che richiamano l’estate romana del 1993), può scoprirsi a sua insaputa un super eroe. Sì, un super eroe, ma non di quelli machisti all’”americana”, ma un super eroe che ha bisogno  dello sguardo incantevole e del dolce sorriso di una ragazza “non più in sé”(Ilenia Pastorelli) per comprendere che gli altri servono, che una vita senza gli altri è una vita abbruttita e che gli altri hanno bisogno di lui e solo grazie a  lui possono salvarsi.Lo scontro finale con il malvagio (il sempiterno “cattivo” Luca Marinelli) appartiene ad una epica normalità e il suo  set  è lo Stadio Olimpico.Una interpretazione magistrale di attori che catturano lo spettatore e lo legano alla poltrona al ritmo di Anna Oxa, Nada, Loredana Bertè…………eeee……….Jeeg Robot d’Acciaio.Emozioni. Drammaticità. Violenza. Brutalità. L’improvviso affacciarsi di momenti di comicità. Tenerezza. Presa di coscienza. Sentimento. Amore. Sacrificio. Ora ha veramente capito chi lui sia. Corri super-delinquente! Corri Jeeg! Ora hai capito chi sei. La ggente è lì fuori e ha bisogno di te. Ti sta aspettando.Imperdibile!
Fabrizio Giulimondi

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