E’ con noi, Georgy Gusev , violoncellista russo, innovatore e esperimentatore nel vero senso della parola- che, a breve, partitrà per Mosca per una serie dei concerti e per la presentazione del progetto CELLO DRIVE alla NAMM Musikmesse Russia 2015.
Georgy, hai ambientato una grossa parte del tuo progetto in Sicilia, come mai?
“In realtà ancora da giovanissimo ho sempre sognato la Sicilia, ma il mio primo viaggio in questa terra è stato solo nel gennaio 2014 per un concerto all’Oratorio di San Mercurio a Palermo. Era un evento organizzato grazie ai miei carissimi amici, Cristina Correnti e Augusto Gregori. Quella sera ho suonato con il violoncello di Francesco Ruggeri, gentilmente prestatomi dal grandissimo Giovanni Sollima!
Quindi, questi pochi giorni prima e dopo il concerto a Palermo sono stati decisivi…erano abbastanza per voler scoprire questo pazzesco misto di culture greco-romana-arabo-normanna fortemente legate alla terra siciliana.
Poi, dopo quasi un anno di preparazioni, ho finalmente potuto dedicare un mese di lavoro ai vari luoghi sperduti dell’isola”.
Hai appena pubblicato sul tuo canale YouTube un nuovo video clip. Di cosa tratta questo filmato?
“E’ un racconto, quasi autobiografico, mascherato dalla mia – ovviamente di uno straniero – visione del Sud Italia. Un racconto pieno di simboli: viaggio, passione, morte e rinascita.
L’idea di fare il filmato è venuta quasi all’improvviso, qualche giorno prima di arrivare a Palermo per il mio lavoro sull’audio registrazione dell’album Cello Drive. Abbiamo avuto perciò solo 4 giorni per raccogliere i materiali necessari per la creazione di un video per il mio brano “Folía Orthodox“. Folia è, infatti, un brano scritto in forma di tema con variazioni per violoncello solo. Il motivo del brano è basato su uno dei temi più antichi della musica europea che armonicamente si unisce con uno dei più antichi corali russi ortodossi. Oltre al significato storico, l’etimologia del titolo del brano scopre anche alcuni simboli nascosti nel video.
Quindi, spero che questo mio breve racconto espresso con suoni e immagini, il tutto raccolto con Antonio Cusimano, possa far intravedere lo sguardo sulla Sicilia con l’occhio di un nomade russo. Buona visione…”
Sei appena arrivato a Roma dopo aver tenuto le master class a Zagarolo ed ora stai partendo per la Russia. Che ricordo porterai con te della Sicilia?
“A parte molti paesaggi belli, che ovviamente soddisfano il gusto dei turisti ‘tipici’, penso che ricorderò, più di ogni altra cosa, il dolore di questa terra bella e magica. Una delle mie scoperte più forti è stata durante un’intera giornata dedicata al sopralluogo, assieme ad Alessandro Savoca e Francesco Ferla, nelle province di Agrigento, Trapani e Palermo e nei posti distrutti dal terremoto del Belice del 1968. La città-fantasma, come quella di Poggioreale, è rimasta nei miei ricordi…con le vie vuote, le case abbandonate, con poche capre selvatiche che frequentano ancora questi luoghi. Oppure le ferite fresche della terra, con l’asfalto ancora letteralmente strappato dalle strade, che impediscono di raggiungere la città di Gibellina per sempre sepolta sotto il Cretto di Alberto Burri. Sono immagini che non si possono dimenticare. Questa bellissima terra, spaccata dal continente africano, è piena di regali di vita per i suoi abitanti, ma prende la vita stessa quando lo vuole.”
intervista a cura di Gabriella Marcelja
foto a cura di Alessandro Savoca