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Lo diceva anche Freud

Da Marlenetrn

Lo diceva anche Freud.
Ho le palle che girano a tremila hertz. Cercherò di farvela breve.
La rana s’è raffreddata.
Lasciamo perdere che viviamo praticamente sottovuoto, che improvvisamente pare di stare a Dicembre e piove che non si capisce e tira vento che non si capisce e fa un freddo cane che quello si, si potrebbe anche capire, perché l’estate è finita e ci sta che fa freddo ma non ci sta che debba fare così freddo.
Tralasciamo anche il fatto che co tutti i giorni in cui potevo decidere di fare la madre modello ho scelto il peggiore, cioè ieri, in cui pioggia, vento e freddo s’erano messi d’accordo per battersela a chi la menava più forte. Tralasciamo tutto questo e andiamo al succo. Il succo è che ieri ho portato fuori la rana per un nano secondo e me la sono ritrovata, super raffreddata e super intasata, grondante liquidi da ogni dove che manco la fontana di Trevi.
Dove l’hai portata, brutta pazza scellerata con quel tempo?
Il bello è questo, da nessuna parte. O meglio, l’intenzione era di portarla il ludoteca, tra esseri di pari natura e pari statura, urlanti e saltanti che si buttano dai gonfiabili con le liane e fanno i percorsi alla Rambo senza distinguere una vasca di palline da una di fango, che arrivano tutti ben vestiti e carini e dopo nemmeno cinque minuti sono paonazzi, in canottiera e con le guance al limite dell’esplosione. Volevo farla socializzare, allontanarla dalla sue bamboline, pentolini, marionette, costruzioni e farle fare un po’ di movimento, proporle un pomeriggio diverso. Ma in ludoteca non ci siamo nemmeno arrivati.
E allora dove?
In biblioteca, l’ho portata con me in biblioteca, tappa non prevista, prevedevo di starci poco per poi passare in ludoteca, ma ci ho messo piede alle 17 e ne sono uscita alle 19. Addio ludoteca. Ho imballato e spedito la grossa, grassa cartina, che si è fottuta i pomeriggi di quasi un anno intero e fatto bella scena della rana con le altre del progetto.
Almeno che non me l’abbiano infettata in sala lettura, matematicamente parlando la rana è stata fuori il tempo che occorre per passare da casa, alla macchina, dalla macchina, alla biblioteca e viceversa. Nonostante giubbotto, sciarpa e cappello che chi la vedeva, immaginava sommamente la stessi portando a sciare, s’è raffreddata.
Ora voi pensate che io la stia facendo tragica. Il fatto è che è tragica. Già ieri sera aveva la voce a paperino, e il mio sesto senso s’era messo in allerta. Stanotte il clou. Una notte d’inferno. Lei rantolava nel letto, povera anima, perché non riusciva a respirare e io tiravo giù i santi dal calendario perché non sapevo come calmarla. Balsamo. Acqua. Lavaggi nasali. Latte caldo. Miele. Ninna nanna. Colonie di fazzolettini sul comodino, per terra, nel letto, sotto il cuscino e nelle maniche del mio pigiama. Occhiaie sempre più scure e sempre più profonde.
Ore di sonno pervenute: Zero.
Situazione attuale: in peggioramento, però dorme e già è una cosa, ma non mangia e quando la rana non mangio io non connetto.
Lo diceva anche Freud è sempre colpa della mamma. In questo caso però la mia che mi ha detto che vivo sotto vuoto che non porto mai la bambina fuori, che se piove è meglio uscire che l’aria è più pulita e che si deve fare gli anticorpi, incentivandomi all’insano e funesto gesto di uscire con il diluvio universale in atto.
Detto questo, oggi c’è il sole, ma non possiamo uscire, cammino curva per casa sotto il peso delle mie colpe e del sonno perso, ma anche di qualche acciacco trasmessomi via etere dalla nanetta, tant'è che prevedo un futuro imminente di influenza anche per la sottoscritta ma speriamo di no.
a chi non girerebbero ad elica in questo bel quadretto?
Mi sa che do inizio ufficialmente alla stagione TACHIPIRINA.
Grazie Mamma!
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Intro Song:
Hanno qualcosa di veramente malinconico, i Jefferson Airplane. Grace, la cantante, mi piaceva un sacco. Poi ha cominciato a bere e si è rovinata. Però aveva tutt'un altro flavour, all'epoca, rovinarsi. Se uno si rovina adesso, si è rovinato e basta.

Song:
Jefferson Airplane - It's No Secret


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