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Nella lunga storia del contrabbando nelle valli di confine tra Italia e Svizzera merita un cenno ed un ricordo il camminare con la bricolla in una valle non proprio "di confine", ma forse proprio per questo battuta dai "fuori legge" nel periodo a cavallo tra gli anni 20 e 30 del secolo scorso, periodo di passaggio dal riso al caffè.La fortuna della Valgrande stava nel fatto che era distante dal confine e che era ritenuta troppo lunga e difficile dai militari della guardia di Finanza ( la Regia Guardia di Finanza) per cui poco o nulla controllata.I percorsi battuti dai contrabbandieri dell'epoca (il nome deriva dal fatto che essi andavano "contro il bando" emesso dall'autorità per il pagamento delle imposte sui beni scambiati con l'estero) erano due; il primo partiva da Colloro passava per In la Piana (oltre 4 ore di cammino) transitava per la bocchetta di Vald per poi scendere in Vigezzo e quindi al confine con la Svizzera (percorso tuttora battuto da escursionisti esperti e conoscitori della Valle): durata del viaggio circa 2 giorni; il secondo per noi esseri umani del 2000 è impensabile: i fuori legge partivano dalle prime alture sopra Nibbio in direzione della Bocchetta di Valfredda (sentiero impervio, complicato e pericoloso e ritengo non più frequentato); se erano ancora in vita si portavano in direzione della cresta tra il Pedum ed il Pizzo della Laurasca (facevano questo con almeno 30kg sulle spalle...) scendevano a Finero, passavano sotto le rocce del Gridone fino al confine con la Svizzera; il rientro avveniva per lo stesso tragitto: andata e ritorno circa 4 giorni.I "viaggi" non hanno arricchito i contrabbandieri e spesso non erano neppure una scelta; se e quando si entra in contatto con quel mondo non bisogna mai dimenticarsi di contestualizzare gli eventi e di porli nella giusta luce e prospettiva.Fabio Casalini
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