Se poi i piccoli nani decidono di attraversare il Bosco Atro per raggiungere prima la loro meta e si trovano come avversari anche gli elfi che lo abitano e lo curano (per non parlare dei malvagi ragni che lo infestano), allora la frittata è fatta.
Riuscirà la compagnia ad arrivare per tempo alla Montagna Solitaria? Riuscirà Bilbo a farsi accettare dai suoi compagni? Troveranno il modo per entrare nella montagna ed a scoprire se il pericoloso drago Smaug è ancora vivo o gli anni di isolamento lo hanno portato alla morte.
Precisiamo: il libro de Lo Hobbit ha meno di un terzo delle pagine di de Il Signore degli Anelli e Peter Jackson ne ha voluto fare lo stesso una trilogia. E' ovvio, quindi, che ci siano passaggi più riusciti di altri. Come già detto l'anno scorso, l'Orco Azog è un'invenzione degli sceneggiatori e da questo film vi si aggiunge un altro personaggio inventato e con lei una serie di situazioni e punti di vista: Tauriel. Nell'internet i fan tolkeinani si dividono drasticamente in due: chi la ama e chi la odia. Io sto con i primi, anche solo per il fatto che ha, sullo schermo, le fattezze di Evangeline Lilly. Jackson e la sua squadra intreccia per lei una relazione con Legolas (che quindi entra a far parte di un'avventura in cui in origine non era presente) ed una con i nani (uno in particolare). Anche a riguardo del personaggio di Orlando Bloom se ne sono dette di tutte i colori paragonandolo, erroneamente, a quello de Il Signore degli Anelli. Qui il suo personaggio è ancora acerbo, nonostante gli anni da elfo sulle sue spalle. Devo dire che le situazioni ad hoc create e rappresentate non mi sono affatto dispiaciute ed hanno reso il film un po' più movimentato, caratteristica che non è proprio sua. Infatti, la storia procede senza scossoni e senza eccessivo pathos nonostante le numerose scene d'azione: l'arrivo a casa di Beorn, la fuga da Bosco Atro, le sequenze a Dol Guldur fino ad arrivare al cospetto di Smaug.
Sugli attori poco da dire. Tutti sono bravi e calati nelle atmosfere fantasy. D'altronde parliamo di attori del calibro di Martin Freeman, Ian McKellen, Richard Armitage, Benedict Cumberbatch (anche se solo in voce) e Stephen Fry.
Gli effetti speciali non possono che essere all'altezza delle precedenti produzioni. I trucchi, sia in CGI che realizzati in modo classico, sono credibili ed affascinanti. Su tutti, comunque, risalta il più bel drago mai visto al cinema. Smaug è veramente possente, intrigante e magnifico. Un personaggio ben riuscito anche per le voci che lo doppiano: in originale Cumberbatch ed in italiano (il solito) Luca Ward.
Il secondo capitolo di questa saga non sembra essere un film indimenticabile. Ha parti emozionanti, ma anche parti che scivolano via senza dire niente. Certo è un capitolo interlocutorio che, però, ti lascia dentro una sensazione di aracnofobia, una gran voglia di rafting ed un interessante passione per la metallurgia nanica. Mi azzarderei di aggiungere che se la Nuova Zelanda assumesse Peter Jackson come pro-loco ufficiale avrebbe maggiori frotte di turisti, nonostante i costi e le distanze dagli altri Paesi.
Si vede che il brodo è stato allungato per raggranellare qualche soldo in più ai botteghini, ma tutto sommato sono quasi tre ore di buon intrattenimento cinematografico. Ora non ci resta che aspettare il 17 Dicembre 2014 per la terza ed ultima parte.
Titolo originaleThe Hobbit: The Desolation of Smaug
Paese di produzioneNuova Zelanda, USA
Anno2013
Durata161 min[1]
Colorecolore
Audiosonoro
Rapporto2,35:1
Genereepico, fantasy, avventura, azione
SoggettoJ. R. R. Tolkien (romanzo)
SceneggiaturaPeter Jackson, Fran Walsh,Philippa Boyens, Guillermo del Toro
ProduttorePeter Jackson, Fran Walsh,Carolynne Cunningham
Produttore esecutivoAlan Horn, Ken Kamins, Toby Emmerich, Zane Weiner, Callum Greene
Casa diproduzioneNew Line Cinema, MGM, Warner Bros, WingNut Films
Distribuzione(Italia)Warner Bros
ScenografiaAlan Lee, John Howe, Dan Hennah
- Martin Freeman: Bilbo Baggins
- Ian McKellen: Gandalf
- Richard Armitage: Thorin Scudodiquercia
- Evangeline Lilly: Tauriel
- Lee Pace: Thranduil
- Orlando Bloom: Legolas
- Luke Evans: Bard l'Arciere
- Ken Stott: Balin
- Graham McTavish: Dwalin
- Aidan Turner: Kíli
- Dean O'Gorman: Fíli
- Mark Hadlow: Dori
- Jed Brophy: Nori
- Adam Brown: Ori
- John Callen: Óin
- Peter Hambleton: Glóin
- William Kircher: Bifur
- James Nesbitt: Bofur
- Stephen Hunter: Bombur
- Mikael Persbrandt: Beorn
- Manu Bennett: Azog
- Lawrence Makoare: Bolg
- Sylvester McCoy: Radagast
- Cate Blanchett: Galadriel
- Stephen Fry: Governatore di Pontelagolungo
- Ryan Gage: Alfrid
- John Bell: Bain
- Peggy Nesbitt: Sigrid
- Mary Nesbitt: Tilda
- Benedict Cumberbatch: Smaug
- Benedict Cumberbatch: Il Negromante
- Fabrizio Vidale: Bilbo Baggins
- Gigi Proietti: Gandalf
- Fabrizio Pucci: Thorin Scudodiquercia
- Luca Ward: Smaug
- Daniela Calò: Tauriel
- Marco Foschi: Thranduil
- Massimiliano Manfredi: Legolas
- Giorgio Borghetti: Bard l'Arciere
- Carlo Valli: Balin
- Bruno Conti: Dwalin
- Stefano Crescentini: Kíli
- Corrado Conforti: Fíli
- Roberto Stocchi: Dori
- Luigi Ferraro: Nori
- Edoardo Stoppacciaro: Ori
- Andrea Tidona: Óin
- Edoardo Siravo: Glóin
- Francesco Sechi: Bifur
- Antonio Palumbo: Bofur
- Mauro Magliozzi: Bombur
- Paolo Marchese: Beorn
- Bruno Alessandro: Radagast
- Massimo Lopez: Governatore di Pontelagolungo
- Franco Mannella: Alfrid
- Manuel Meli: Bain
- Erica Necci: Sigrid
- Arianna Vignoli: Tilda
- Cristiana Lionello: Galadriel