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Lo Hobbit: la MIA opinione

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Contiene Spoiler

Prima di accusarmi di essere andato al cinema prevenuto, vi ricordo che già in passato avevo visto film che avevo evitato, e cambiato idea. Due esempi QUI e QUI.
Sono andato a vedere questo film perché sembra intoccabile. Proibito criticarlo, proibito dire che c’è qualcosa che non funziona, quando lo si capisce già dai trailer in realtà. Ci sono fan che non ammetteranno mai, che Jackson ci ha menato per il naso, anche se quando sono uscito non ho usato proprio questa espressione. E non si può far confronti con il Signore degli Anelli, ci dicono, e non si può pretendere che sia uguale al libro, insistono. Ma la decenza però può essere una richiesta ragionevole?
Per poterne parlare quindi, ho dovuto vederlo con i miei occhi, complice il fatto che fosse Natale e la tradizione vuole che almeno in quella data, al cinema ci si vada.
Il film a mio avviso, è nettamente diviso in due parti, e il loro centro è la visita a Gran Burrone.

Esci da lì. Per sempre.

Esci da lì. Per sempre.

Prima Parte: dalla Contea a Gran Burrone

Questa parte mi aveva fatto ben sperare. Si ritorna alla Contea, ci presentano i Nani e vediamo come parte la missione. Molto gradita anche la parte raccontata da Bilbo sulla caduta di Erebor, che non si limita a essere solo un racconto, bensì ci viene mostrata. Riuscita, a mio avviso.
Poi l’arrivo di Gandalf, anche se è abbastanza imbarazzante e con qualche tempo mancato, funziona. Così l’arrivo dei Nani a casa Baggins, la cena e perfino i canti, anche se avrei preferito avessero lasciato la lingua originale, perché la versione italiana e cacofonica, atona e fuori tempo in modo assurdo. Ma questo non è imputabile a Jackson.

Freeman è un Bilbo perfetto

Freeman è un Bilbo perfetto

Cosa stupida fino all’inverosimile, è il momento in cui Gandalf s’incazza e si riutilizza lo stesso effetto di quando rimproverò Bilbo nel Signore degli Anelli, con l’ombra nera alle spalle e lui che sembra diventare enorme. Qual è il motivo?
Nonostante tanti abbiano lamentato che questa parte è lenta, io l’ho trovata gradevole fino a Gran Burrone, anche se Radegast, beh…

Cosa dire della casa di Elrond? Si parte benino, anche se sembra in scala ridotta rispetto alla volta precedente, meno magica e più vuota, quasi appiccicata sullo sfondo. Meno male però che non c’era Arwen.
E qui c’è un po’ di special guest chiamate a deliziare il pubblico. Appare l’etera Galadriel, che non fa che girare intorno al tavolone mentre gli altri parlano, come se fosse affetta da qualche morbo senile, per intervenire sì e no direttamente, limitandosi a usare la telepatia con Gandalf e fare vedere che lei è più furba degli altri.
Saruman, si è fatto invece tutta quella strada da Isengard per dire: «No, ti sbagli, non è vero. Ti sbagli, non è vero.» E basta.
A tenere su tutta questa parte, è Bilbo a mio avviso, l’unico personaggio che non sembra essere messo lì a caso. Un applauso quindi a Martin Freeman.

Seconda Parte: da Gran Burrone a dove osano le Aquile

Dall’uscita di Gran Burrone in poi, assistiamo alle cose più disparate, molte delle quali non si capisce da dove provengano.

Gran Burrone: vuoto e desolato.

Gran Burrone: vuoto e desolato.

Giganti di Roccia, che non ricordo sinceramente, ma con il beneficio del dubbio. La scena sembra essere girata con lo stesso scenario del Signore degli Anelli, quando la Compagnia viene attaccata da Saruman. Abbiamo la solita scena degli appesi, un po’ di fiato sospeso, e tanto videogame sterile.

La Tana dei Goblin: molto buona la realizzazione dei Goblin, nulla da dire, e oserei dire che qui un po’ della mano di Del Toro si può intravedere. Ma come animare questa parte? Con tanto videogame, ponti che si rompono, spadate date a caso senza capire dove vadano e da chi arrivano (pessima regia, davvero), e qualche appeso. Il ponte che cade per metri giù nella gola mi ha lasciato senza parole. Il re dei Goblin che piomba morto sui Nani, è un’indecenza e non fa ridere per un cazzo, mi ha fatto solo sentire preso per il culo.

Non fa ridere.

Non fa ridere.

E finalmente si esce dalla tana, con spirito risollevato dalla buona (non ottima, solo buona) scena con Gollum e gli indovinelli. Jackson insiste a fare di Gollum un personaggio da compatire e che deve anche far ridere e tenerezza. Un cazzo, Gollum è meschino e infido, affetto dal male dell’anello. Ma purtroppo così era nel SdA, così lo vogliono qua.
Fuori dalla tana, per paura di dover scrivere due righe di sceneggiatura, arrivano gli orchi, capeggiati dal nemico giurato di Thorin, l’Orco Albino. E come si svolge la scena? Nani sugli alberi, e mitiche scene degli appesi sul baratro, perché quelle precedenti non erano bastate. Arriviamo addirittura a una tripletta, con Gandalf che tiene un nano (chi si ricorda il nome) che a sua volta ne tiene un altro. Solo in Thor avevano osato tanto.
Ebbene, come risolvere questo pasticcio? Scena replicata da SdA, no? Gandalf chiama una farfalla e fa arrivare le grandi Aquile. Bello? No, per un cazzo. Gli uccelli li salvano, li portano su un picco deserto, scena di baci abbracci e buoni sentimenti, e pronti per il prossimo Natale.
Troppi Deus Ex Machina, troppe scene riciclate. L’ottima CGI non può colmare questi vuoti.

Conclusione

Questo chiede le patate fritte. Non ho parole.

Questo chiede le patate fritte. Non ho parole.

Potrei dire tanto ancora. La mia delusione ha superato le mie aspettative. Credevo che le pecche si potessero limitare alla realizzazione dei Nani, a qualche scena morta come quelle di Arwen nel SdA, a qualche macchietta di troppo.

Purtroppo, abbiamo dialoghi posticci, sterili e vuoti, scemenze sparse per provare a far ridere (ragazzi, il nano idiota che chiede le “Patatine Fritte” è un insulto all’intelligenza dello spettatore), scene d’azione riciclate dal film precedente, esagerate in certi punti, tanto da farlo sembrare un volgare videogame di bassa lega.
Non c’è magia in questo film, solo vuoto, solo odore di operazione commerciale. Ho sperato fino all’ultimo di poter uscire e ammettere di essermi sbagliato, da fan di Tolkien ma anche da fan di Jackson, a cui perdonai le minchiate della trilogia precedente.
Non posso quindi promuovere questo film, che se fosse stato girato da altre persone, e non si fosse chiamato lo Hobbit, sarebbe stato stroncato da tutti. Peccato che invece così non è, perché il fandom ha già alzato gli scudi protettivi.


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