La trasposizione cinematografica completa del libro Lo Hobbit comprenderà 3 film e supponiamo che anche il secondo e il terzo, come il primo, dureranno circa 3 ore. Lo stesso trattamento riservato a Il Signore degli Anelli, che però contava un migliaio di pagine in più del suo prequel.
Andando dritti al sodo è proprio questo l’aspetto del film che non convince pienamente: può sembrare assurdo ma non c’è abbastanza materia narrativa, non ci sono abbastanza eventi per giustificare 173 minuti di spettacolo – e ringraziamo il cinema Orfeo di Milano che, proprio all’anteprima di un prodotto tanto atteso, ha deliziato la platea concedendole addirittura il bis dei primi 10 minuti circa: ignoti problemi tecnici. Ad ogni modo, ecco di cosa parla Lo Hobbit, per chi non avesse letto il libro. Bilbo Baggins viene catapultato dallo stregone Gandalf e da una compagnia di 13 Nani in un’avventura: l’obiettivo è riconquistare la montagna in cui la stirpe dei Nani abitava e in cui essi custodiscono fiumi e fiumi d’oro. Molto tempo prima, i Nani erano stati attaccati e quasi decimati dal drago Smaug, adesso a guardia del tesoro. Sembra che nessun ostacolo possa fermare Thorin Scudodiquercia, il principe dei Nani: la compagnia attraversa la Terra di Mezzo combattendo nemici storici e ritrovando alleati inaspettati, ma una forza oscura sembra infestare le Terre di Mezzo. Bilbo, nel frattempo, conosce uno strano mostriciattolo umano di nome Gollum, cui ruba un anello…
Il peccato originale della durata, però, si può perdonare – soprattutto per chi ama il genere, la saga, i personaggi – a fronte di altri aspetti che valgono l’esperienza: l’impegno e la cura riservati nell‘aspetto visivo, a cominciare dal metodo di ripresa, digitale a 48 fotogrammi al secondo. Si fa un po’ di fatica ad abituare l’occhio a tanta fluidità, ma col passare dei minuti ci si gode l’accuratezza dei movimenti e i dettagli di trucco e costumi; la bellezza dei paesaggi naturali e artificiali; alcuni momenti topici, punteggiati dalla colonna sonora di Howard Shore, tra cui spicca il duello tra Bilbo e Gollum. Teneri e spietati entrambi in momenti diversi, queste due creature racchiudono in sé il fuoco di questa fiaba e un dilemma comune a tutti i personaggi: com’è possibile combattere una forza oscura, di cui si percepisce appena l’esistenza, ma che s’insinua in noi in maniera così discreta e inaspettata?
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