Tre dati. Per Eurostat in Italia è l'allarme povertà. 18 milioni di cittadini sono a rischio, peggio di noi sta solo la Grecia. Le statistiche dell'Inps ci dicono che il potere d'acquisto delle pensioni è crollato del 10 per cento e che una su due è inferiore ai mille euro. Il fisco comunica che è crollato anche il gettitoIva, i soldi dei consumatori finali che entrano nelle casse dello Stato: in dieci mesi -3,4 miliardi, segnale che l'aumento di un punto non ha portato più entrate ma molte di meno, lo sapevano tutti ma non i governanti europei e le marionette italiane. Dall'altra parte scoppia lo scandalo dei rimborsi spese dei consigli regionali, si scoprono 65 milioni di euro di tangenti per Milano-Expo 2015, un altro milione di bonus per Formigoni e che la corruzione e l'evasione fiscale sono arrivate a cifre e a livelli non più sostenibili. Però l'8 dicembre ci sarà il nuovo segretario del Pd e tutti i nostri problemi, puff, scompariranno in un attimo. Hanno ragione gli economisti meno allineati a dire che la situazione dell'Italia è tale che inventarsi qualcosa per non sprofondare è praticamente impossibile. Occorrerebbero coraggio e fantasia, mentre la voglia di “uccidere” l'Italia patria di eccellenze e unica nazione al mondo ad aver dato al “made” lo stesso significato di “stile”, è forte da parte di nazioni molto meno qualificate ma, evidentemente, più “nazioni” di noi. Restiamo il paese dei piccoli privilegi, quello che se devi andare all'ufficio anagrafe per chiedere un certificato, domandi prima agli amici se hanno un amico che gli possa far saltare la fila. Siamo un popolo di maleducati, di gente che non rispetta il proprio turno e gli inventori del “lei non sa chi sono io”, frase che detta in qualsiasi parte del mondo causerebbe un moto irrefrenabile di risate, uno scompisciamento totale. Le statistiche ci dicono che in Italia sono aumentati i ricchi del 9 per cento. Fase economica direttamente proporzionale, più aumentano i poveri più aumentano i ricchi fino alla scoperta, ormai quotidiana, di evasori fiscali totali. Questo significa che l'allarme da economico si è trasformato in sociale e che, avendone le palle piene, la gente sta lucidando e oliando i forconi. C'è una brace sotto la cenere di una nazione stremata, che i nostri governanti non immaginano neppure, per loro i servizi televisivi sulle nuove povertà sono cinema-verità o mockumentary. I nostri politici vivono su un altro pianeta e lo testimonia Antonio Razzi quando afferma che lui, in dodicimila euro mensili, ci sta appena dentro. Ecco spiegata la ragione per la quale, il povero Cota è costretto a mettere nel rimborso spese anche i boxer verdi acquistati in America e Formigoni a farsi pagare le vacanze da Daccò (lo ha detto Danielona Santanchè). È morto Madiba. Qualche anno fa, quando frequentavamo congressi (c'era ancora l'apartheid), ci capitò di ascoltare il rappresentante dell'African National Congress a Parigi. Di una pacificazione, in Sudafrica non si parlava neppure. Mandela era ancora ospite delle carceri bianche di Robben Island e i suoi seguaci venivano definiti “terroristi”. Il rappresentante dell'ANC terminò il suo discorso con una frase che ci è rimasta dentro per anni e che pronunciamo ancora, in francese, quando ci sembra di soccombere alle vicissitudini della nostra esistenza: “La lutte continue”...
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Lo sapete che l'Italia sta fallendo? No? Ahi ahi ahi... Arrivederci, Madiba
Creato il 06 dicembre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Tre dati. Per Eurostat in Italia è l'allarme povertà. 18 milioni di cittadini sono a rischio, peggio di noi sta solo la Grecia. Le statistiche dell'Inps ci dicono che il potere d'acquisto delle pensioni è crollato del 10 per cento e che una su due è inferiore ai mille euro. Il fisco comunica che è crollato anche il gettitoIva, i soldi dei consumatori finali che entrano nelle casse dello Stato: in dieci mesi -3,4 miliardi, segnale che l'aumento di un punto non ha portato più entrate ma molte di meno, lo sapevano tutti ma non i governanti europei e le marionette italiane. Dall'altra parte scoppia lo scandalo dei rimborsi spese dei consigli regionali, si scoprono 65 milioni di euro di tangenti per Milano-Expo 2015, un altro milione di bonus per Formigoni e che la corruzione e l'evasione fiscale sono arrivate a cifre e a livelli non più sostenibili. Però l'8 dicembre ci sarà il nuovo segretario del Pd e tutti i nostri problemi, puff, scompariranno in un attimo. Hanno ragione gli economisti meno allineati a dire che la situazione dell'Italia è tale che inventarsi qualcosa per non sprofondare è praticamente impossibile. Occorrerebbero coraggio e fantasia, mentre la voglia di “uccidere” l'Italia patria di eccellenze e unica nazione al mondo ad aver dato al “made” lo stesso significato di “stile”, è forte da parte di nazioni molto meno qualificate ma, evidentemente, più “nazioni” di noi. Restiamo il paese dei piccoli privilegi, quello che se devi andare all'ufficio anagrafe per chiedere un certificato, domandi prima agli amici se hanno un amico che gli possa far saltare la fila. Siamo un popolo di maleducati, di gente che non rispetta il proprio turno e gli inventori del “lei non sa chi sono io”, frase che detta in qualsiasi parte del mondo causerebbe un moto irrefrenabile di risate, uno scompisciamento totale. Le statistiche ci dicono che in Italia sono aumentati i ricchi del 9 per cento. Fase economica direttamente proporzionale, più aumentano i poveri più aumentano i ricchi fino alla scoperta, ormai quotidiana, di evasori fiscali totali. Questo significa che l'allarme da economico si è trasformato in sociale e che, avendone le palle piene, la gente sta lucidando e oliando i forconi. C'è una brace sotto la cenere di una nazione stremata, che i nostri governanti non immaginano neppure, per loro i servizi televisivi sulle nuove povertà sono cinema-verità o mockumentary. I nostri politici vivono su un altro pianeta e lo testimonia Antonio Razzi quando afferma che lui, in dodicimila euro mensili, ci sta appena dentro. Ecco spiegata la ragione per la quale, il povero Cota è costretto a mettere nel rimborso spese anche i boxer verdi acquistati in America e Formigoni a farsi pagare le vacanze da Daccò (lo ha detto Danielona Santanchè). È morto Madiba. Qualche anno fa, quando frequentavamo congressi (c'era ancora l'apartheid), ci capitò di ascoltare il rappresentante dell'African National Congress a Parigi. Di una pacificazione, in Sudafrica non si parlava neppure. Mandela era ancora ospite delle carceri bianche di Robben Island e i suoi seguaci venivano definiti “terroristi”. Il rappresentante dell'ANC terminò il suo discorso con una frase che ci è rimasta dentro per anni e che pronunciamo ancora, in francese, quando ci sembra di soccombere alle vicissitudini della nostra esistenza: “La lutte continue”...
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