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Lo scambio di casa

Da Silviapare

Lo scambio di casa

Io a Dumbo, in gennaio (con borsa del Chiapas)

Come qualcuno di voi ricorderà, la nostra bella vacanza berlinese si è svolta grazie a uno scambio di casa. Sono sempre stata una viaggiatrice squattrinata (come si sarà capito anche dalle mie avventure in Chiapas) e come tale ho sempre cercato metodi alternativi e inventivi per andarmene in giro spendendo poco. Non me ne sono mai pentita. Dopo un paio di classici e molto stancanti viaggi con lo zaino (oltre al Chiapas, anche l'India), a un certo punto ho preferito passare all'occupazione consensuale delle case altrui. A New York sono stata house-sitter di Mr. Franzen, poi ho fatto la cat-and-dog sitter (due gatti e due cani, non proprio una passeggiata) a Dumbo (in una casa che adesso non c'è più, vittima della gentrificazione selvaggia) e la cat-sitter (una gatta sola: una vera pacchia che infatti ripetei una seconda volta, finché la padrona di casa non si accorse che ci guadagnava di più ad affittarlo, il suo appartamento, gatta compresa) a Park Slope.Poi ho scoperto lo scambio di casa. Ci sono diverse organizzazioni; quella a cui sono iscritta io si chiama Homelink e per quanto mi riguarda funziona benissimo. Finora ho fatto tre scambi: uno nell'Upper West Side di New York con una coppia di psicologi viaggiatori, uno a Parigi con un drammaturgo italofono, e quest'ultimo a Berlino con la signora Gisela. Non ho mai avuto nessun problema, ho sempre trovato lo scambio giusto nel periodo che cercavo, e al mio ritorno la casa era sempre in condizioni perfette. E se avessi tempo per viaggiare sempre, potrei girare il mondo così, accettando le offerte più inaspettate per passare l'inverno in Nuova Zelanda o l'estate in Provenza... sempre al caldo, insomma, in fuga dalla nebbia di San Francisco.

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