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lo scheletro nell'armadio

Creato il 27 gennaio 2012 da Lafenice
Nell'armadio di chiunque c'è uno scheletro.
Nel mio ci sei tu, per quanto alle volte finga di non vederti, di non sentire le tue dita sulla mia pelle, le tue parole nelle mie orecchie, nel cervello, pugnali affilati che colpiscono precisi e letali la mia anima, rendendola brandelli.
Per quanto mi sia costretta a pensare che ormai sei storia, morta e sepolta, senza il benché minimo potere su di me, arriva il momento in cui mi rendo conto che la realtà è un'altra.
Ti ho odiato per il dolore che mi hai fatto provare. Senza respiro, talmente forte da lasciarmi sveglia la notte, talmente lacerante da portarne ancora le conseguenze.
Ti ho odiato per la paura che mi hai fatto provare. Per tutte le volte che non riuscivo ad uscire di casa senza le spalle rigide, i pugni chiusi e le orecchie sul chi vive pronta a scattare come una molla al minimo rumore, credendo ci fossi tu da qualche parte.
Ti ho odiato per tutte le volte in cui non ero l'unica: a baciarti, accarezzarti, a stare con te lasciando tutto il mondo fuori.
Ti ho odiato per le menzogne, più forti di qualsiasi tradimento o della paura. Erano loro il vero dolore.
Ti ho odiato per la tua straordinaria capacità di farmi sentire piccola, fragile e costantemente sbagliata, sempre appesa al tuo giudizio come fosse l'unica verità accettabile, quando in realtà non esisteva nulla di accettabile in tutto quello che aveva a che fare con noi due.
Ti ho odiato per il pericolo costante che correvo soltanto standomene ferma in tua presenza.
Ti ho odiato quando in preda al dolore giuravo a me stessa che avrei impedito a chiunque di farmi ancora il male che tu mi hai fatto, stretta tra le mie braccia non più così fragili, con il viso rigato da ettolitri di lacrime acide che bruciavano, corredevano la mia pelle, mi costringevano a costruire un muro invalicabile tra me e tutto il resto.
Bene, è giunto il momento di affrontare questo scheletro, avanti così non è più possibile andare. L'unico modo in cui mi è possibile sublimare il dolore e le cicatrici che continuano ad aprirsi nei momenti meno opportuni è dandovi una testimonianza.
Sapete tutti che la droga fa male, mi sembra ridicolo ribadire un'ovvietà simile. Quello che non tutti sanno è che anche stare vicino ad una persona che ha questo problema fa male. La fortuna che io ho avuto risiedeva nell'inconsapevolezza. Non sapevo chi avevo al mio fianco, chi fosse veramente il ragazzo che in modo così adolescenziale credevo avrei sposato, un giorno! Il dolore è arrivato dopo.
Quando scoprì il suo "piccolo" segreto mi allontanai immediatamente. Probabilmente non abbastanza dato che riuscivo comunque a incontrare persone che condannavano il mio gesto in quanto "lo avevo lasciato proprio nel momento in cui aveva più bisogno di me", insomma i soliti idioti che pretendono di sapere meglio di te cosa sia più giusto.
La realtà è soltanto una: è più facile cadere in un tunnel simile piuttosto che far uscire qualcuno che c'è già dentro. c'è solo una cosa che potete fare: trovare la forza per allontanarvi il più possibile, abbandonare i vecchi "giri", farvene di nuovi.
vi sentirete soli ed abbandonati, questo si.
Ma almeno quel mondo fatto di dipendenza e di non vita non diventerà il vostro mondo: datevi una possibilità in più di vivere davvero, lo dovete a voi stessi.
In tutto questo posso dire di aver avuto una grande fortuna: non ci sono caduta.
Bene, il mio scheletro ora è qui davanti a chiunque voglia guardarlo. Inutile dirvi quanto mi senta leggera in questo momento.
Rimbocchiamoci le maniche amici: perché la vita non aspetta - dovrei ficcarmelo in testa anche io -.
Buon weekend a tutti!

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