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Lo scherzo - Racconto

Creato il 02 aprile 2012 da Nicola Nicodemo
Lo scherzo - RaccontoLo scherzo
© Nicola Nicodemo Si è appena svegliato e aprendo gli occhi dimentica di essere in ferie. Guarda la sveglia, la mette a fuoco, per un istante teme che sia tardi. Poi ricorda. Decide che farà colazione al bar. Si lava, si veste in fretta. È una giornata strana, il tempo potrebbe cambiare da un momento all'altro. Ordina il suo caffè, si siede a un tavolo appartato, da cui non distingue le parole degli altri. Solo un fittissimo, uniforme ronzio. Getta un'occhiata distratta al giornale, gli sembra di sapere già tutto. Ma quanto sono vecchie queste notizie? Sfoglia veloce, in cerca delle pagine di cronaca. La tazzina resta sospesa a mezz'aria. In una fotografia gli è sembrato di vedere un volto somigliante al suo. Lo fissa più a fondo, il cuore sembra già impazzito. Legge il titolo, sillaba per sillaba. Riguarda lui. Cosa cavolo…? - Incidente mortale sulla Statale 18. Una vittima. Periferia di Salerno, 10 marzo, un’auto travolge la corsia opposta. - salta qualche riga. - Nulla da fare per la giovane vittima, Andrea Curcioli. I funerali cittadini oggi 11 marzo. Andrea non sa se ridere o temere. Si guarda intorno come se tutto ciò sia irreale, uno dei soliti incubi. Che tornano sempre più spesso a irrorare di angoscia le notti insonni, da quando Lilli se n’è andata. Quando scopre che non si tratta di un sogno, la realtà gli sembra ancora più incomprensibile. Devono essersi sbagliati. Afferra il cellulare e digita il numero della redazione del giornale. Quando sente la voce femminile, gli viene in mente che all’altro capo c’è Lilli. - Pronto. Signorina Levi, direttrice del… - Lilli. - Pronto, ma chi è? Andrea esita. Il fatto è che da quando non si vedono più… - Sono Andrea. Mi senti? Immagina le risate di Lilli: “Visto ? Non ce la fai a stare senza di me!” E lui chiuderà la telefonata. Ma Lilli lo dirà a tutti i suoi amici. E quelli rideranno di lui, perfidi e gelosi, ma Andrea non ne vuole sapere. Il ricevitore gracchia ancora “Pronto”. Andrea si caccia il telefono in tasca. Non sa se Lilli non vuole parlargli, oppure. Oppure è morto per davvero. Figurarsi. Ma ha paura. “Forse è il caso di una doccia”. Oh, diamine! Andrea è terrorizzato. Sul portone di casa è appeso un cartello funebre. Al centro la sua fotografia. Andrea sfiora il suo viso stampato. Il getto caldo dell’acqua lo avvolge in una nuvola di vapore. Andrea si liscia la pelle per lavarsi di dosso l’odore di paura e di morte che lo aveva permeato. I suoi funerali si sarebbero tenuti quel pomeriggio alle tre. La piazza è vuota. Ma ha paura di vedere spuntare il corteo funebre, una mesta folla dietro una bara di legno, contenente il suo corpo. Una cassa oblunga e un seguito di una manciata di persone entrano nella piazza. Andrea scoppia a ridere, ma gli occhi gonfi grondano lacrime e le risate si tramutano in singhiozzi soppressi. Non è possibile, si ripete. Eppure accetta quella situazione per vera. Sono un fantasma. Muove qualche passo verso il corteo. Un esiguo gruppo. Pochi conoscenti che non sa se considerare amici o colleghi. Suo padre. E alcune donne, con veli scuri intorno al capo. Andrea non sa se Lilli è tra loro. O ha già dimenticato tutto, pronta per una nuova vita senza di lui. L’idea che la sua Lilli non sia lì, gli fa più paura della stessa morte. Ma perché dovrebbe esserci? Forse per farsi grosse risate del suo viso cinereo? No, Lilli non è il tipo. Ma che tipo è Lilli? Un tipo che l’aveva amato, che lui aveva perduto. Come i suoi amici, che gli avevano voluto bene. E cosa gli rimane ora? La fredda e viscida pelle incipriata, un vestito nuovo. Cosa lo aspetta? Il nulla. Andrea non sa se a tutti sia concesso di assistere al proprio funerale, affinché l’uomo veda il bene, l’amore che aveva in vita e che ha perso, forse perché avido di cuore, forse perché inconsapevole dell’altrui “animo”, un indefinito intrico di emozioni e sentimenti. Ora sa. Ma non può far nulla. Un sorriso amaro, il disprezzo per se stesso. Corre verso il feretro. Vuole rimpossessarsi del proprio corpo, avere l’occasione di riprendersi quello che lui stesso si è negato. Una possibilità, ti chiedo! Quando è lì, Lilli gli si butta al collo. La lingua, asciutta di parole, gli si attorciglia in gola. Un pianto disperato riga il suo volto. Lui, smarrito in un tiepido abbraccio. - Era tutto uno scherzo. La voce di Lilli, un fruscio quasi indistinguibile. La stringe e la bacia, come se mai prima d'ora avesse potuto farlo. Avrebbe voluto farle mille domande. Ma si limita a sussurrarle Grazie. Ti Amo.
* Lo scherzo è stato pubblicato nell'antologia Quel giorno in un attimo...

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