Il mio amico Ivan ha deciso di cominciare lo sciopero della fame perché il tempo non basta più.
Qualsiasi cosa possa servire a puntare l’attenzione sul DDL delle Unioni Civili fa bene. Mobilitiamoci tutti affinché tra emendamenti e veti incrociati questa volta si faccia una legge che non è vero come dice Vincenzo Branà (a cui voglio bene) che non serviranno a niente.
Se il testo passa così come è adesso significa avere un istituto equivalente al matrimonio e dare la possibilità ai nostri figli di essere figli fino in fondo e non a metà. Non è il matrimonio, ok. Non è la parità, ok. Ci certifica diversi, è vero. Vorrà dire che in Italia si farà come in Francia, Germania e UK e ci arriveremo in due step invece che uno. In questi sabati di Pride, in questi giorni di in cui la Corte Suprema ha deciso di estendere il matrimonio in tutti gli USA, ho visto una comunità più unita, allegra, pronta. Bellissima. Ogni maledetto sabato di giugno ho guardato le nostre foto e ho pianto come un’idiota. Questo non è il momento di dividersi. Mettiamo questa benedetta (e lo sarà) prima pietra. Ivan Scalfarotto è del PD, sì.
E’ un membro del Governo, ok. A maggior ragione da dentro sta rompendo le palle. Io sono dalla sua parte perché la sua parte è la mia parte e non voglio più aspettare. Mi piace anche l’idea del Gay center #digiuniAmo. Voi che fate?