Lo sciopero generale dei trasposrti paralizza il Portogallo

Lo sciopero generale in Portogallo, il secondo in quattro mesi e il secondo contro il Governo del conservatore Pedro Passos Coelho, eletto a giugno, ha paralizzato la maggior parte dei trasporti pubblici nelle principali città del paese. A Lisbona la metro non funziona e rimarrà chiusa fino al venerdì mattina. I traghetti che uniscono la capitale con le località litoranee vicine hanno una scarsa frequenza. Anche i treni e i bus urbani non vanno, lavorando con scarsa frequenza. La stessa situazione si registra a Oporto. Ci sono scuole chiuse, soprattuto le elementari, e negli ospedali, secondo quanto dichiarato dalla stampa portoghese, le visite sono state rimandate per mancanza di personale. Molte altre scuole ed istituti sono regolarmente aperti e sulla televisione portoghese vengono mostrate persone che assicurano il rispetto delle visite senza troppi ritardi e l'accoglienza nei centri di salute. I negozi, i centri commerciali, le banche, i bar e i ristoranti di Lisbona si possono trovare aperti e in servizio come qualsiasi altro giorno. Il Governo ha annunciato che non comunicherà i dati di aderimento allo sciopero. Dall'altra parte il segretario generale del sindacato centrale che ha indetto lo sciopero (CGTP), Armènio Carlos, ha dichiarato che, al momento, vede in modo "positivo" l'aderimento alla giornata di protesta, ma ha chiarito che comprende le "difficoltà" di molti lavoratori a rinunciare ad un giorno di paga. "Molti ce l'hanno detto forte che gli sarebbe piaciuto partecipare allo sciopero ma che non han potuto per il fatto che ce l'avrebbero fatta a venire", ha aggiunto. Ciò che ha innescato lo sciopero è stata la riforma del lavoro approvata a Gennaio, nella quale vengono diminuite lo stipendio e gli straordinari, vengono accorciate le ferie ed eliminati diversi giorni festivi al fine di migliorare la produttività del Portogallo. Piove sopra il bagnato: mesi prima, Passos Coelho aveva annunciato il ritiro degli stipendi supplementari per i funzionari pubblici e i pensionati e subito dopo il Governo aumentò l'IVA fino al 23% rispetto a molti prodotti, inclusi certi alimenti come gli yogurt, e ha imposto il pagamento di 5 euro per le visite mediche ordinarie. Armenio Carlos non ha mai accettato questa riforma del lavoro. Di fatto, si è alzato dal tavolo delle negoziazione, sostenendo che avrebbe significato un "ritorno al medioevo". Invece, il secondo centro sindacale del paese, la UGT, ha firmato l'accordo " come dimostrazione di responsabilità", ricorrendo al male minore, e non si sono aggiunti allo sciopero generale di oggi. " I diritti dei lavoratori non sono privilegi", ha manifestato circa un'ora fa Armènio Carlos, un leader che oggi sembra onnipresente in tutte le emittenti televisive e in tutti i luoghi di protesta di Lisbona. " E il nostro dovere e preservarli affinché vengano trasmessi alle future generazioni", ha aggiunto.   Al di là dello sciopero, sono state indette varie manifestazioni e raduni a Lisbona e in altre città portoghesi. Già lo scorso 11 febbraio, la CGTP aveva organizzato una marcia di protesta nel cuore della capitale lusiade che, secondo il sindacato, ha riunito milioni di persone.