Il referendum secessionista che pochi giorni fa si è tenuto in Veneto riflette in modo emblematico la crisi che quella parte di Paese sta vivendo. Il 73 per cento degli aventi diritto al voto ha partecipato al referendum e l’89 per cento dei votanti ha detto si alla secessione. Attraverso calcoli assolutamente approssimativi – sulla validità di quei numeri ci sono molte riserve – scopriamo che il 65 per cento degli aventi diritto al voto si sarebbe espresso per un “sì”.
Il risultato di quel voto non nasce però da questioni ideologiche: negli ultimi anni l’economia del Nord Est del Paese ha subito un crollo vertiginoso: se prima quella parte del Paese era considerata la Baviera nostrana e le aziende locali, benché svantaggiate da un codice del lavoro interminabile, da una burocrazia lenta e complessa e da una giustizia con tempi biblici, riuscivano a competere con le aziende tedesche, ora quelle stesse aziende del Nord-Est devono fare i conti con una situazione sempre più simile a quella del Sud Italia.
Considerando l’area dell’Emilia Romagna, del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto Adige, scopriamo come il calo dei consumi è del tutto simile al meridione: lo scontrino medio delle famiglie del Nord-Est ha subito nell’ultimo anno un calo del 2,2%, passando da 32,32 euro a 31,62 euro, esattamente lo stesso calo che c’è stato nel Meridione.
Se le recenti variazioni percentuali sono analoghe, nel Sud Italia lo scontrino medio viaggia però intorno ai 15 euro: le condizioni di partenza pre-crisi tra un’area e l’altra del Paese erano significativamente diverse e tali sono rimaste. Ciò che sorprende è il fatto che quella che una volta era la regione più ricca del Paese in questi ultimi mesi si trovi nelle stesse condizioni di declino del Sud.
A fronte di un calo parallelo dei consumi, il fatturato delle due aree del Paese viaggia invece su due binari diversi ma entrambi con pendenza negativa: nel Nord Est, da inizio anno, il fatturato è calato dello 0,96 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; nel Meridione il calo è stato del 2,17 per cento.
Il calo dei consumi nel Nord-Est è stato compensato dall’export che, sebbene abbia fatto da cuscinetto, non è comunque bastato per portare in positivo il fatturato.
Fonte dati | LaRepubblica.it