Giovedì scorso, con un'intervento coordinato tutte le maggiori Banche Centrali hanno dichiarato che sosterranno il sistema bancario privato con tutti i mezzi necessari. Si è fatto in tal modo il primo passo decisivo verso quella che sarà la fase più cruenta della crisi economica attuale: isolare gli Stati in difficoltà dell'area Euro, abbandonandoli al loro destino e preoccupandosi soltanto di proteggere le banche esposte verso i loro debiti sovrani, evitando così il contagio.Una volta che il sistema finanziario e bancario sarà messo al riparo da eventuali e anzi altamente probabili default, tra l'altro con la volontà di finanziare la ricapitalizzazione delle banche con denaro pubblico, i fallimenti degli Stati non faranno più paura e le ormai consolidate strutture politiche e monetarie sovranazionali potranno costringere i Paesi in questione a tutte le misure economiche possibili contando sul fatto che, se anche qualcuno non dovesse farcela, la ristrutturazione del suo debito non avrebbe effetti a macchia d'olio sulla finanza globale.L'idea, paventata dal segretario del tesoro Usa Timothy Geithner, di finanziare la ricapitalizzazione delle banche con i soldi dei contribuenti, è stata però accolta in modo freddo da qualcuno che evidentemente non digerisce ancora del tutto la supremazia della finanza sulla democrazia ed il piano così delineato non è andato in porto.
Ma come vediamo in queste ore i mercati non hanno perdonato questa mancanza di decisionismo. Gli operatori hanno ripreso a vendere titoli bancari e di Stato spagnoli e italiani per invogliare all'utilizzo di denaro pubblico per i salvataggi bancari privati. E' ora in scena lo scontro definitivo tra mercato e democrazia rappresentativa, tra i banchieri e i cittadini. E i governi dei paesi in difficoltà avranno il difficile compito di scegliere da che parte stare. Speriamo bene.
By Jitsu Mu
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