Lo Scopitone

Creato il 21 dicembre 2010 da Tanks @tanks

Foto: Flickr

Un triangolo classico: lui, la moglie, l'altra.
La prima è bruna, semplice, fedele, sottomessa, tutta lavori di casa. L'altra naturalmente è bionda, "di classe" e con uno stacco di gamba da perdersi nel tragitto.
Il matrimonio è una palla al piede, dice lui. La moglie gli ha preso solo il nome, aggiunge, l'altra il cuore.
E infatti il brano si intitola One Has My Name (the Other Has My Heart).Il video guadagna simpatie per la moglie: rispetto e fedeltà a parte, se fosse "in tiro" e con una pettinatura meno strampalata (sembra incorporare un berretto), sbaraglierebbe il campo.
Roba degli anni 60, il video è un antenato dei video-clip di oggi e mi ha fatto scoprire lo Scopitone.
Chiariamo: Scopitone non è un termine dispregiativo per indicare l'infedele, ma va letto alla francese (Scopitòn) e deriva dal greco scopein-tonos, guardare i colori.
Lo Scopitone è (fu) un juke-box dotato di visore. Imperversò in Francia per un decennio, tra il 1959 e il 1969. In quegli anni si diffuse anche in Inghilterra, in Germania e negli Stati Uniti. In Italia ebbe un certo successo un oggetto simile, il Cinebox, sviluppato dalla Società Internazionale Fonovisione.
Come funzionava? L'apparecchiatura immagazzinava fino a un centinaio di titoli, brevi video a far da sottofondo a brani musicali, girati in poche ore e alla buona. Un esempio: il video inquadra un paio di occhi verdi, mentre si decantano degli occhi blu. Della serie: quello avevamo, quello è andato in onda.
Ogni brano era memorizzato su una pellicola da 16 mm, al massimo 50 metri di lunghezza; una banda magnetica immagazzinava la colonna sonora.
Non so quale reale diffusione abbia avuto il genere in Italia. I bar dei miei ricordi offrivano un jukebox, un paio di flipper, ma niente Scopitone o Cinebox.
La produzione di clip? Scorrendo la lista si ritrovano pezzi di storia, in prevalenza francese, della musica di quegli anni. Ma anche una Petula Clark in versione francese.
Da non perdere il primo brano del catalogo, Venus di Gloria Lasso, immobile a tal punto che sarebbe bastata una foto al posto del video.
E l'immancabile clip sexy: il ritmo tende al soporifero, ma il contenuto è un pelo hard (siete avvisati) e l'interprete merita tutti e cinquanta i metri di pellicola.
Buon martedì.


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