Oggi voglio parlare del disturbo narcisistico della personalità. "E perché," chiederete voi? "In questo blog non si parla solo di editoria, scrittura, libri e ricette?"
Tranquilli rimaniamo nel campo, la risposta è questa: ho riscontrato spesso questo disturbo nella categoria degli scrittori e in genere degli artisti. E non solo i grandi nomi.
La definizione del disturbo recita:
"Si riscontra nel soggetto un iperinvestimento sull'Io che diventa ipertrofico, grandioso per cui si espande a dismisura e il rapporto con la realtà viene a cadere".
Non vi dice niente? Nessuno ci si ritrova o conosce qualche scrittore dall'Io ipertrofico, sopratutto se ha appena firmato un contratto editoriale con qualsivoglia editore?
Io sì. E ho pure decine di amici ipertrofici. Roboanti di frasi ad effetto sui loro profili FB. Bisognosi di attenzione continua, ricchi di permalosità alla prima critica, falso buonismo raccatta consensi. Forse i nuovi social alimentano questa espansione dell'Io e quindi è un disturbo comune a molti. Al principio volevo lamentarmi di questo difettuccio ma poi, a pensarci bene dal punto di vista editoriale, solamente un ipertrofico può affrontare la lunga lotta dello scrittore per arrivare all'agognata meta della pubblicazione e tenersi i lettori. Non tutti infatti ci riescono. Quindi sono giunta a una conclusione: se non hai un Io ipertrofico non puoi scrivere. E perché? rileggiamo la definizione: l'Io si espande a dismisura e ogni contatto con la realtà viene a cadere. Bene! Forse è proprio questo distacco dal concreto e dal reale che alimenta la disinibizione. Lo scrittore scrive di tutto, convinto di essere speciale e unico. Ci crede, si compiace e ne esce forte. Si propone a destra e manca. E a proposito di manca...manca proprio di limiti nel ritenersi speciale. E qualcuno talvolta lo è veramente. Quindi alla lunga tra tanti ipertrofici emerge il superipertrofico a giusto diritto. Libero di svolazzare sopra gli altri ego per vera bravura.
Confesso una punta di invidia per tanta espansione del sé... io ci ho provato e riprovato, non sono immune al richiamo dell'Io, ma l'unica cosa che si espande ad ogni romanzo è la ciccia.