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Lo Scudo di Talos: il Riscatto degli Ultimi

Creato il 02 marzo 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il marzo 2, 2012 | LETTERATURA | Autore: Giuseppe Floriano Bonanno

Lo Scudo di Talos: il Riscatto degli UltimiValerio Massimo Manfredi è oggi indubbiamente l’autore di riferimento del romanzo storico in Italia. Raggiunta la notorietà grazie alla tv, ha poi ottenuto un successo editoriale planetario con i suoi romanzi che, sull’onda emotiva di valori e sentimenti forti, fors’anche ormai dimenticati, spaziano nell’antichità classica delineando con maestria e accurata ricostruzione storica personaggi reali e di fantasia. Siamo a Sparta alla fine del VI sec. a.C., durante una notte di tregenda. Dalla nobile casa dei Kleomenidi una figura incappucciata con un fagotto in braccio si dirige verso il monte Taigeto, per abbandonare al suo destino un bambino nato deforme. Il piccolo viene trovato dall’ilota Kritolaos che decide di prendersi cura di lui come un figlio. Il neonato verrà chiamato Talos che, secondo la mitologia greca era un antico gigante creato da Efesto che aveva nel tallone il suo punto debole, esattamente come il bimbo, scartato dalla rigida selezione spartiate a causa del piedino storpio. Talos cresce pastore, sano e forte, ignaro delle sue reali origini, riuscendo a compensare l’imperfezione del suo piede grazie ad un bastone, che diviene la sua arma di difesa assieme ad uno splendido arco di corno, ultima eredità della civiltà Ilota soffocata dalla superba Sparta. Come consuetudine Manfredi, con il suo stile asciutto e scorrevole, coinvolgente e mai sopra le righe, ne “Lo scudo di Talos” edito da Mondadori, costruisce una vicenda appassionante e ricca di spunti, che mantiene sempre viva la curiosità e l’attesa del passo successivo, riuscendo anche a farci “ripassare” alcuni degli eventi storici che a suo tempo accesero la fantasia di noi studenti adolescenti: dalla battaglia delle Termopili, alla corsa suicida di Filippide, dalle battaglie di Maratona e Salamina a quella di Platea.

Lo Scudo di Talos: il Riscatto degli Ultimi

Si stagliano in tutta la loro grandezza, in sintonia con un’accurata analisi delle fonti, le figure storiche di Leonida e Temistocle, di Alcibiade e Serse, ma accanto a loro si muovono, conquistando l’affetto dei lettori, anche le vicende di personaggi come Kritolaos, Karas e, soprattutto, Talos, il vero protagonista del libro, marchiato da un destino avverso e malevolo, figlio di due popoli e dilaniato da un profondo travaglio interiore, un eroe atipico che, pur partendo da una condizione svantaggiata, sia fisica che sociale, riesce infine a trovare la propria strada e a farsi rispettare dando prova di coraggio, ma soprattutto di umanità. Manfredi ci catapulta dunque nella vita quotidiana di Sparta per assaporare il “famigerato” brodo nero e per permearci dei valori su cui si fondava: onore, fratellanza, rispetto, ferocia, sacrificio, indissolubilità dei vincoli familiari ma, soprattutto, ci permette di conoscere le sue rigide leggi, che poco concedevano al “buonismo”, l’esatto opposto della democratica e “civile” Atene. In definitiva un libro al pari dei suoi lavori migliori, forse un po’ divulgativo e didattico, ma comunque godibile e fruibile anche dai non appassionati di storia. Se qualche appunto si può fare è forse nell’andamento a tratti un po’ troppo lineare della storia del protagonista, oltre l’inizio del romanzo che parte lento. Lascia invece decisamente un po’ perplessi il finale, che spesso è il punto critico nei romanzi di Manfredi, non propriamente soddisfacente e leggermente tirato via.



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