Magazine Psicologia
L’uomo che è sopravvivenza, che è prigione, che è definizione, che è adattamento, che è una sorta d’interminabile opera di “colui” che, attraverso perenni dolorosi colpi di scalpello, l’ha modellato e continua modellarlo, spesso disperatamente accetta l’ineluttabile connaturato “destino”, piegandosi, e rialzandosi in un illusorio gioco di potere, dove l’assurdo è la non facile concepibile realtà
Lo scultore segue, nella logica che le è propria, il suo “casuale” disegno, e dell’altro nulla interessa, e così, l’uomo, che non è altro che la risultante di carneficine, siccità, alluvioni, glaciazioni, ecc., non può far altro che strisciare di fronte alla casualità metamorfica del grande scultore. Mazzani Maurizio