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Lo sguardo

Creato il 12 maggio 2015 da Cobain86

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Dopo il successo esplosivo di Mamma mia! ecco il secondo capitolo. Buona lettura!

Ci rivediamo: dopo vari sms finalmente troviamo un pomeriggio per entrambi.

Il vedere il cellulare che vibra e lo schermo esterno che si illumina mi emoziona, leggere il suo nome mi regala già un sorriso; preparo il regalino che le ho preso dal mio viaggio toscano, mi metto le prime scarpe che trovo (abdico per le classiche Converse rosse, sono ancora fradicie dalla gita senese: vada per le Bikkembergs lucide del matrimonio), portafoglio, chiavi della macchina e di casa: via per il nostro solito bar.

Che poi tanto bar non è, si avvicina di più al pub: si trova davanti ad un parco molto bello di recente costruzione, una struttura epica che sembra quasi sproporzionata per le dimensioni della cittadina che lo ospita.

Arrivo, mi fermo, spengo il motore e l’autoradio e leggo che ha un po’ di ritardo, arriverà tra mezz’ora: pazienza, citando Fabio Volo “è una vita che ti aspetto;-) (ps: sto leggendo l’ultima fatica letteraria del girovago di Mtv Un giorno in più: scrittura molto fluida, ve lo consiglio) .

Mentre l’aspetto rivedo quel venerdì sera prima della mia partenza: ci siamo baciati, coccolati, cercati, desiderati, quasi ritrovati.

Io la baciavo teneramente sul collo e sulle guance, lei bramava la mia bocca e ci colpivamo dolcemente: potevo sentire la fragranza profumata di miele che usciva dai suoi capelli, avevo voglia di veder il suo sorriso, cercavo i suoi occhioni in cui specchiarmi, le nostre mani si incrociavano e passavano dietro alle nostre teste, sui nostri corpi scamiciati e accaldati dall’arsura e dall’umidità padana.

La magia del sussurrarsi all’orecchio il proprio amore, la potenza dei nostri abbracci, i nostri baci rubati, nascosti, impazziti dall’estasi che l’altra persona generava, creando un’energia e una simbiosi unica, il vortice che mi rapiva e toglieva il fiato, il suo abbandonarsi tra le mie braccia: se quando ero in Toscana i primi giorni mi sembrava di sclerare senza lei un motivo forse c’era ;-) .

La vedo arrivare proprio dal parco, racchiusa in una felpona leggera (quella imbottita è rimasta nelle mani della sorella maggiore) e tuta: l’abbraccio, bacetto sulla guancia e poi andiamo a bere qualcosa al pub.

Le consegno dolcemente tra le sue mani il mio pensiero: si vergogna, mi dice “aprilo tu” e io, con le mie braccia che le accarezzavano il collo, svelo la sorpresa: un pupazzetto di Pucca versione house, con tanto di occhialini neri a specchio. Il bacio scatta spontaneo ;-) , lo adora.

Lei è uno scrigno nascosto: forzarlo ha solo effetti controproducenti. Come il bravo pescatore bisogna saper aspettare il momento giusto: inizia a parlarti un po’ della sua vita, di cosa le è successo, delle persone che ha incontrato e tu, rapito, l’ascolti in silenzio per poterla capir meglio: per osservare ed imparare nuove cose su di lei, per poterla meglio aiutare e comprendere quando decide di renderti partecipe della sua vita.

Mi piace farmi da parte e sentire la sua voce, le sue idee, emozioni e incazzature, rabbia autentica che poi, magari, un attimo dopo sfocia nello scherzo.

Abbiamo riso, scherzato, ci siamo confrontati e coccolati a vicenda: questa nuova conoscenza mi sta facendo bene, mi dona una maggior serenità e tranquillità aiutandomi ad accantonare un po’ della mia ansia e dell’impulsività tipica degli Arieti.

Ci siamo salutati con un abbraccio forte ed intenso: la vedevo un po’ tesa, può capitare di esser preoccupati per qualcosa o qualcuno, se ha bisogno sa che io sono lì, di fianco a lei.

Un bacio piccola e al nostro prossimo incontro.

Marco


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