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Lo sgub: ecco com'è fallito il tentativo di attentato in Italia

Creato il 19 dicembre 2015 da Tafanus

Riceviamo il rapporto dai Servizi Segreti, con l'impegno a non rilevare il nome della fonte. Da come si sono svolti i fatti, si capisce come l’Italia sia al sicuro da attacchi terroristici. La stessa Isis ha dichiarato: “E’ molto difficile fare un attentato in Italia”. Ma veniamo ai fatti.

Due terroristi, provenienti da un Paese del Medio Oriente, arrivano a Napoli con la ferma determinazione di eseguire il “castigo divino” per gli infedeli italiani”. Ecco com’é andata:

Domenica, ore 23.47 - Arrivano all’aeroporto internazionale di Napoli dalla Turchia; escono dall’aeroporto dopo otto ore perché non si trovavavo le valigie le valige. La società di gestione dell’aeroporto non si assume la responsabilità della perdita e un impiegato consiglia ai terroristi di provare a ripassare il giorno dopo: “chissà, con un pò di fortuna …”

Prendono il taxi: il tassista (abusivo) li guarda dallo specchietto retrovisore e, vedendo che sono stranieri, li scarrozza per tutta la città per un’ora e mezza. Dal momento che non si lamentano, neanche dopo che il tassametro raggiunge i 200 Euro, decide di fare il colpo gobbo: arrivato alla rotonda di Villaricca, si ferma e fa salire un complice. Dopo averli derubati e "sfrantummati" di mazzate, li abbandonano esanimi al Rione 167.

Lunedì, ore 4.30 - Al risveglio, dopo la mazziata, i terroristi riescono a raggiungere l’albergo in zona piazza Borsa. Decidono di noleggiare un’auto presso la Hertz di piazza Municipio. Quindi si avviano in direzione aeroporto, ma giusto prima di arrivare a piazza Mazzini, rimangono bloccati da una manifestazione di studenti uniti alle tute bianche no-global e ai disoccupati orgamizzati napoletani che non li lasciano passare.

Lunedì, ore 12.30 - Arrivano finalmente in piazza Garibaldi, decidono di cambiare dei soldi per muoversi più liberamente: i loro dollari vengono cambiati in biglietti da 100 euro falsi.

Lunedì, ore 15.45 - Arrivano all’aeroporto di Capodichino con la ferma intenzione di dirottare un aereo per farlo cadere sulle torri dell’Enel al centro direzionale. Ma i piloti Alitalia sono in sciopero perché chiedono la quadruplicazione del salario e la contestuale riduzione dell'orario di lavoro. Stessa cosa per i controllori di volo che pretendono anche la pinza obliteratrice per tutti (“altrimenti che controllori saremmo”, hanno dichiarato). L’unico aereo disponibile che c’é in pista è uno della Ryanair con destinazione Alghero ed ha 18 ore di ritardo.

Gli impiegati ed i passeggeri sono accampati nelle sale d’attesa, intonano canti popolari, gridano slogan contro il governo e i piloti! Arrivano i celerini, cominciano a dare manganellate a destra e a manca, contro tutti, ma si accaniscono in particolar modo sui due arabi.

Lunedì, ore 19.05 - Finalmente si calmano un pò gli animi. I due figli di Allah, coperti di sangue, si avvicinano al banco della Ryanair per acquistare i biglietti per l’aereo con destinazione Sassari, dirottarlo e farlo schiantare contro la torre Enel. Il responsabile della Ryanair che gli vende i biglietti evita di avvertirli che il volo, in realtà, è già stato cancellato.

Lunedì, ore 22.07 - A questo punto i terroristi discutono se continuare oppure no. Non sanno più se distruggere Napoli sia un atto terroristico o un’opera di carità.

Lunedì, ore 23.30 - Morti di fame, decidono di mangiare qualcosa al ristorante dell’aeroporto: ordinano panino con la frittata e impepata di cozze.

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Martedì, ore 4.35 - In preda ad una salmonellosi fulminante causata dalla frittata finiscono all’ospedale Cardarelli. Passano tutta la notte nel corridoio del pronto soccorso. La cosa non sarebbe durata più di due giorni se nel frattempo non fosse subentrato un sospetto di colera dovuto alle cozze. Successivamente, a causa di un banale scambio di cartelle cliniche ad uno dei terroristi viene asportato un rene sano, all’altro viene applicato un doppio pacemaker di fabbricazione cinese acquistato sul mercato nero.

Domenica, 17.20 - Dopo dodici giorni escono dall’ospedale e si trovano nelle vicinanze dello stadio San Paolo. Il Napoli ha perso in casa con il neopromosso Palermo per 3-0, con due rigori assegnati alla squadra siciliana dall’arbitro Concettino Riina da Corleone. Una banda di ultras della “Masseria Cardone”, vedendo i due scuri di carnagione, li scambiano per tifosi del Palermo e rifilano loro un’altra caterva di legnate. Per di più il capo degli ultras, un tale detto “Peppo o Ricchione”, abusa sessualmente di loro.

Domenica, 19.45 - Finalmente gli ultras se ne vanno. I due terroristi decidono di ubriacarsi per la prima volta nella loro vita (anche se è peccato!). In una bettola della zona portuale rifilano loro del vino adulterato con metanolo, e i due rientrano al Caldarelli per l’intossicazione. Viene anche riscontrata la sieropositività (Peppo non perdona).

Martedì, 23.42 - I due terroristi fuggono dall’Italia in gommone in direzione della Libia, semiorbi per il metanolo ingerito e con una dozzina di infezioni a causa del virus HIV. Giurano che non tenteranno mai più nulla contro il paese italiano.


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