La festa è finita e gli amici, o almeno presunti tali, se ne vanno. I distinguo partono dappertutto: da dentro il partito, dal lato del partito e da sopra il partito. Se c’era una qualità riconosciuta e innegabile attribuita a Berlusconi era proprio quella di fare da collante all’interno di un movimento pieno di pesci piccoli e pesci grossi. Ma ora questa sembra venuta meno.
Andiamo con ordine. Sono tre i movimenti, le liste, le correnti, chiamatele come volete, pronte a formarsi nella pancia del PDL. Stasera maxiriunione dell’area ex AN alla sede della fondazione Italia Protagonista, organizzatori La Russa, Gasparri, Corsaro e Beccalossi. Saranno presenti un centinaio tra consiglieri, parlamentari nazionali ed europei. La Russa ci va cauto ma è già pronto il nome del nuovo partito: Centrodestra nazionale. Il simbolo è custodito da Massimo Corsaro e non mancherà la Fiamma.
Domenica, invece, partiranno altri due iniziative. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno lancerà al Teatro Olimpo di Roma “Italia Popolare”, un progetto che si richiama al PPE e che mira a riunire l’ala montiana del PDL. Base di partenza lo scetticismo sulla deriva antieuropea del Cav.
In data 16 dicembre avrà luogo al Teatro Brancaccio la convention di tre grandi delusi delle primarie mancate: Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Alessandro Cattaneo. L’obiettivo, sempliciotto, è quello di rifondare partendo però da una critica all’azione del governo tecnico. La convivenza sarà difficile.
I mal di pancia di pedine importanti non finiscono qui. Franco Frattini sembra deciso ad abbandonare il carrozzone per sostenere apertamente Mario Monti. Così come molti parlamentari europei e cattolici, guidati da Lupi, sono dubbiosi su questo incipit di campagna elettorale di Silvione. Chi se n’è andato da tempo è invece Tremonti che con la sua lista 3L è molto vicino alla Lega.
Berlusconi sembra essersi accorto di questo fuggi fuggi e in tv aveva tuonato che degli attuali parlamentari avrebbe ricandidato solo il 10%. Difficile, ma la situazione è fluida, per non dire caotica ed esplosiva.
La partita politica si fa avvincente quando si entra in tema di alleanze. Se è quasi scontato che La Russa chiederà di formare un ticket al momento delle elezioni, modello Forza Italia-AN, il confronto con la Lega è aperto.
Sì, perché il nodo Lombardia non è ancora stato risolto. La riunione ieri tra Maroni, Crosetti, Formigoni e Berlusconi non è andata bene. La questione è semplicissima: all’interno della Lega non vogliono un candidato al Pirellone pidiellino e all’interno del PDL non vogliono un candidato leghista. Ed entrambi sostengono la propria posizione con forza.
Se Berlusconi farebbe pure questa concessione a Maroni, è proprio il segretario leghista, o qualcuno molto vicino a lui, a fulminare il Cavaliere:
Quando c’era Alfano potevamo discutere con il PDL, ma la volontà di Berlusconi di correre come premier ha resto tutto impraticabile e a questo punto anche Angelino è bruciato: l’alleanza non si può fare.
Un out out bello e buono: o la Lega o Berlusconi in campo. Maroni è ottimista e crede che Berlusconi non si candiderà perché il pericolo figuraccia è dietro l’angolo e nessuno sa leggere i sondaggi meglio di lui.
Non tira una bella aria neanche in direzione Comunione e Liberazione: detto di Lupi, è stato Mario Mauro, capodelegazione PDL a Bruxelles, a confessare durante un aperitivo a Mario Monti che CL è pronta a sganciarsi.
Irritazione, manco a dirlo, pure all’interno del Partito Popolare Europeo in cui Monti era super coccolato. Il capogruppo Daul, per voce dello stesso Mauro, ha giudicato un errore l’aver provocato le dimissioni di Monti e ha bocciato il recente populismo del Cavaliere. Si vocifera anche di una possibile clamorosa espulsione entro qualche giorno del Cavaliere dal PPE a causa dei suoi attacchi alla Merkel. Staremo a vedere.
Il quadro è movimentato e cubista e raccapezzarsi non è facile. Lo stesso Cavaliere, Mentana dixit, sta meditando la rinuncia alla candidatura dando ovviamente la colpa agli altri, ovvero all’eventuale discesa in campo di Mario Monti.
È la volta buona per la tanto attesa implosione del PDL o ancora una volta i vari protagonisti, di per sé minuscoli, lasceranno da parte i personalismi e si riuniranno intorno a Silvio Berlusconi a cui, per qualche ragione, è molto difficile dir di no?
Fonti: Dagospia, Sole24Ore, Il Fatto Quotidiano, L’Unità