Lo Spazio Gioco: il luogo delle relazioni e della scoperta

Da Psychomer
by Azzurra Spreafico on settembre 7, 2011

Lo spazio gioco è il luogo delle relazioni e della scoperta.

Esso non è pensato per un apprendimento precoce né per l’insegnamento inteso in senso formale e tradizionale.

Lo spazio gioco è uno spazio per sviluppare relazioni significative.

Il bambino potendo contare su una base sicura (così come definisce Bowlby le buone relazioni di attaccamento) può esplorare, osservare, modificare, ampliare gli orizzonti e mettersi alla prova. Può sperimentare fin da piccolo l’esperienza del gruppo e della socialità, dimensioni fondamentali della persona.

A sua volta l’adulto nel luogo delle relazioni può trovare uno spazio di confronto e di sostegno con altri adulti, può sviluppare nuove amicizie e sperimentarsi insieme al suo piccolo in esperienze sempre nuove e stimolanti.

Dalle premesse iniziale si può cosi dedurre che sono le relazioni significative tra le persone a fare la differenza. L’amore, l’affetto, l’amicizia, la fiducia e la confidenza che essi mettono in circolo rendono lo spazio gioco una piccola comunità educante.

Perciò la routine e i laboratori proposti nello spazio gioco non hanno come fine ultimo il saper fare ma il saper stare. L’attenzione è rivolta a creare un clima relazionale ed emotivo piacevole, favorendo gli scambi tra pari (adulto con adulto, bambino con bambino) e non (adulto con bambino).

La sperimentazione è una seconda finalità dello spazio gioco. Tramite la struttura peculiare dei laboratori (ovvero non strutturati o semi strutturati) il bambino può conoscere e sperimentare la realtà a 360 gradi, costruendo il suo sapere.

Saper stare e sperimentare sono, come si può notare, le due dimensioni peculiari del gioco. Esso è un’attività piacevole, legata ad emozioni positive e luogo privilegiato dell’ apprendimento naturale.

Parlare del gioco come fenomeno naturale e spontaneo potrebbe far sorgere dei dubbi sull’utilità dell’intervento pedagogico dell’adulto.

L’adulto in realtà ha un ruolo di primo piano nel predisporre le condizioni affinché il bambino possa crescere sulla base delle sue forze naturali, seguendo le leggi del suo sviluppo spontaneo.  Sarà perciò compito dell’educatore e degli adulti predisporre un ambiente stimolante e una o due attività  che stimolino la curiosità e la sperimentazione di sé.

Da parte sua l’educatore può anche essere paragonato a un giardiniere, il cui compito consiste nell’affiancare e nell’interpretare la natura e non nel modificarla o costringerla; la sua arte sta nel sapere attendere e perdere tempo piuttosto che nell’affrettare, nel non fare piuttosto che nell’intervenire. Questo significa che l’educatore, deve stare quanto più possibile dietro le quinte e evitare il protagonismo, dovrà essere un facilitatore, una guida, un orientatore, un potenziatore delle capacità dei genitori e dei bambini.

Un educatore quindi che sia a servizio della libertà, in nome del diritto di ognuno alla propria originalità e al proprio singolare percorso di vita, fatto di scelte, valori e stili unici e irripetibili.


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