Lo specchio di carta

Oggi è un giorno strano: piove, non ho voglia di uscire. Che dire? Il disordine della mia libreria non è di per sé una cosa grave, anzi lo rivendico e ne faccio apologia  che si oppone alla tentazione di un ordine senza speranza.  I miei libri,  li trasporto da una casa all'altra, da una stanza all'altra, da uno scaffale all'altro, da un mucchio all'altro, e mi capita di passar ore a cercare un libro senza trovarlo, ma con la soddisfazione di ritrovarne altri che avevo dimenticato e che mi van bene lo stesso.Di solito , prima dell 'avvento dei cellulari,  bastava scavare nella memoria di quest'angolo di mondo per ritrovare storie, storie da vivere e raccontare.Invece, al tempo di internet, nemmeno la parola trova il suo spazio: il saluto diventa fuggevole, la confidenza impossibile, l'amore disperato.E poi il resto, cioè la politica, "la bella politica" che, seppur sepolta dalla banalità del marketing, sempre risorge.Al contrario, per alcuni la politica non è “la bella politica” ma è  parcheggio dei propri egoismi dove la volontà di dominare, di lasciare un segno vistoso che sancisca il potere, o meglio, la stupidità del potere, è stile di vita. Un potere talmente impotente che, metaforicamente,  innalza torri in posti sbagliati legittimando nostalgie in bianco e nero di vecchie fotografie accompagnate da riscoperti accenti dialettali.<<Tutto tace al cuor mi parla>> e io qui a cercare il gesto, la forma... <<...e come  San Giuseppe mi ritrovo a rotolare per le scale cercando un altro Egitto>>Ma è proprio necessario scrivere? Non è forse anch'esso uno dei vuoti fastidi che mi sono assunto quando, perduto il paradiso terrestre della spontaneità, sento il bisogno di fare economia di una memoria che va perdendo la sua efficacia. Chissà. Ma dove troverò mai il tempo per non leggere tante cose?(cp)http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane