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Lo specchio nel buio. Il Perturbante freudiano e il Cinema Horror (5)
Creato il 03 dicembre 2011 da Psichetechne
Continnuiamo oggi le nostre riflessioni psicoanalitiche in tema di Cinema Perturbante. Trovate le puntate precedenti ai seguenti link: 4., 3., 2., 1.Fin qui abbiamo parlato piuttosto lungamente di "responsabilità" rappresentativa del cinema perturbante, ma dobbiamo capire meglio sulla base di quale funzione specifica del mezzo cinematografico, si estrinsechi questa sua specifica responsabilità. Il mezzo e' in quanto tale un " oggetto evocativo", termine che prendo a prestito da Bollas, che nel suo testo "Il mondo dell'oggetto evocativo" (2009), esamina con la profondità e l' acume che gli sono propri, il concetto di "associazione libera" in psicoanalisi. L'elemento per me più interessante del pensiero di Bollas a riguardo, e' che secondo lui l'associazione libera non e' semplicemente un fenomeno verbale, ma si dà anche attraverso altri "oggetti", che possono essere anche oggetti concreti. Si possono fare associazioni libere infatti -afferma Bollas- anche attraverso opere d'arte, libri che si stanno leggendo, sinfonie che si stanno ascoltando, e - aggiungo io- film che si stanno guardando. Ciò' e' possibile poiché il cuore generativo dell'inconscio di ciascuno di noi, è disseminato lungo i molti luoghi della nostra esperienza, e non risiede solo e semplicemente in una mitica "interiorità" dell'individuo. Si tratta di un concetto complesso, mi rendo conto, ma cerchiamo proprio per questo di esplorarlo meglio, poiché riteniamo sia molto utile ai fini del discorso che stiamo conducendo. Freud riteneva che l'inconscio fosse un "luogo mentale", un "territorio estero interno" all'individuo, nel quale sta nascosta la storia infantile del soggetto, che va dissepolta e interpretata attraverso la psicoanalisi come trattamento curativo, unico metodo capace di avvicinarsi a questo territorio, mediante le tipicità della relazione tra analista e paziente. Questa tipicità estrinsecativa dell'inconscio, Bollas la chiama infatti, giustamente "coppia freudiana", la coppia, cioè costituita da analista e paziente al lavoro. Ma, sostiene Bollas, " l' inconscio non ha un posto soltanto. La vecchia idea che la vita mentale sia 'inconsciamente determinata' è riduttiva e reazionaria. Essa elimina i molti fattori interni ed esterni che contribuiscono alla vita inconscia di chiunque. I contenuti si articolano inconsciamente, ma le loro fonti sono in migliaia di località distribuite in tutto l'arco della nostra vita" (Bollas, 2009 pag. 9). Questa ridefinizione di inconscio, da parte dello psicoanalista inglese, appare fondamentale (si tratta di un tema importante che attraversa tutta la psicoanalisi contemporanea, peraltro) per il nostro discorso, in quanto noi abitiamo formazioni inconsce preesistenti, costituite ad esempio dalla nostra famiglia, dalla nostra città, dai luoghi che abitiamo e dagli oggetti che usiamo quotidianamente. Scrive Bollas:" Per Lacan il prestito più significativo e' il linguaggio stesso, ma possiamo certamente aggiungere il modo in cui sogna la nostra società ( e ciò che chiamiamo 'cultura' )" (Bollas, ibidem). E certamente un "modo in cui sogna la nostra società" e' il modo cinematografico di guardare a se stessa. Ciò che vuol dire Bollas e' che se c' e' sogno, allora c'e' un inconscio, che non e' solo dislocato monadicamente all'interno dell'individuo, ma e' disseminato ovunque, negli oggetti della cultura e della società che abitiamo. L'ambiente che abitiamo non e' infatti un ambiente solo sociale, ma anche un ambiente onirico, un ambiente che cioè evoca continuamente, incessantemente, attraverso gli oggetti plurimi da cui e' costituito, dei "treni associativi di pensiero" che vanno e vengono dall'interno del nostro inconscio, ma che dall'esterno culturale sono evocati. L' inconscio e' dunque come una chitarra le cui corde sono suonate da "molteplici linee di interesse psichico, che attraversano i momenti della vita come forma di radiante intelligenza silenziosa" (Bollas, 2009, pag. 10). Una di queste linee di interesse, che aggetta sulla soggettività individuale e fa risuonare i suoi eventuali Se' nascosti, e' certamente il cinema. In particolare il C.P. e' un oggetto evocativo straordinariamente potente, poiché fa vibrare corde molto antiche, fragilità pluristratificate e incrostate dentro di noi, sollevando faglie protettive e togliendo maschere che pensavamo stabilmente posizionate (continua).