Quanto deve essere lungo un romanzo? Andiamo a fare due passi 'virtuali' in una libreria. Sugli scaffali troviamo libri di ogni dimensione. Dai libelli di poche pagine a tomi pesanti quasi quanto il mio Qashqai. Riguardo al loro contenuto... non possiamo dire nulla. Però, se dobbiamo spendere un quarto di centello (ovvero venticinque euro) per acquistare un solo libro, quale parametro possiamo utilizzare per essere sicuri che la nostra spesa sia fatta con giusta causa?
Facciamo finta di voler scegliere tra libri di autori che non conosciamo (altrimenti la scelta sarebbe influenzata da preferenze che vanno al di là delle dimensioni del libro). Quale libro scegliereste? Quello breve, per quanto bello, appare troppo costoso. Quell'altro, invece, bello grosso e pesante, forse è più "giustificato".
E' così che avvengono le scelte dei libri da comprare in libreria?
Ricordo che diverse decine di anni fa mi capitava (n.d.r. parlo degl'anni novanta) di acquistare libri di trecento pagine stampati con un font enorme e spaziature imbarazzanti. O erano pensati per presbiti, o la casa editrice voleva espressamente che il libro apparisse grosso anche se la storia non lo era.Oggi vanno di moda le saghe. I libri rimangono grossi. Se si superano le ottocento pagine è meglio. Per di più una vicenda non deve assolutamente estinguersi in un solo volume. Devono essere almeno tre. Se sono di più, allora possiamo calare un pochino le pagine, giusto per rendere portabili i vari tomi della saga e... per sminuzzare ancora di più la vicenda in un numero di volumi spropositato.
Penso a Harry Potter. Sette libri. Il primo ha 293 pagine. Il secondo ne ha 307. Il terzo ne ha 366. Il quarto ne ha 627. Nel quinto sono 807. Il sesto fa uno scivolone, sono 591 pagine. L'ultimo si riprende con 701 pagine.
Quindi?
Qui viene la nota dolente. L'esigenza di aumentare il numero di pagine porta, in alcuni casi, ad allungare il brodo. Un po' come si faceva a scuola, quando bisognava fare un tema lungo 'almeno' tre pagine di foglio protocollo. Non dico che capiti sempre ma... la sensazione è questa. E l'acquirente sembra apprezzare la dimensione, la fisicità del libro. Anche il libro, in quanto oggetto, deve avere il suo 'peso'. Deve essere solido, realizzato con carta di qualità, ben rilegato, con un buon profumo. Insomma, prima ancora di essere letto, deve valere i soldi che costa. E visto che un libro grosso pretende di avere tante pagine, ecco che le vicende devono/possono essere lunghe.
Da un certo punto di vista è bello. Se il testo è ben scritto, un romanzo lungo può diventare un vero e proprio compagno di vita. Da un altro punto di vista, invece, è brutto. Se compro un libro di ottocento pagine, col poco tempo che ho a disposizione per leggere, finisco per impiegare un anno a leggerlo tutto e... così da lettore forte divento lettore occasionale... e le statistiche di vendita dei libri calano.
Un cane che si morde la coda?
Forse.Ma quello che più mi interessa capire è se voi, miei cari lettori, che immagino siate lettori forti, siete o no influenzati dalle dimensioni di un libro, quando soppesate la possibilità di fare un acquisto, o se questo dato è del tutto ininfluente in relazione alla vostra scelta.Vorrei capire se è vero che il libro grosso paga. Perché se così fosse allora si comprende anche il motivo per cui i racconti siano sempre bistrattati, che le antologie hanno un mercato praticamente inesistente, che la narrativa delle storie brevi è al tramonto.Io non credo. Del resto i racconti stanno tornando di moda grazie agli ebook. Testi brevi, da leggere in viaggio, al costo abbordabile di pochi euro. Però, se fingiamo che il mercato esordiente degli ebook esista, voi cosa pensate, come vi comportate, quando dovete scegliere tra libri di peso diverso?
Questo post è stato ispirato da quest'altro.