Lo speziale è un’antologia realizzata nel 2013 con i racconti finalisti al concorso “Inchiostro e pinna” (10+1 racconti), indetto dalla casa editrice Plesio.
I classificati:
1. Vicoli improbabili (Paolo Spaziosi)
2. Il gioco (Polly Russel)
3. Un favore a Kaine (Marina Lo Castro e Fabrizio Cadilli)
3. Abraxàs (Roberto Corridori)
4. Nuova assegnazione (Gloria Scaioli)
5. 1985 (Massimiliano Campo)
6. Behomot (Simona Di Virgilio)
7. Telepathia (Claudio Foti)
8. L’appeso (Andrea Zanotti)
9. Lo speziale (Paolo Spaziosi)
10. Bilancio (Roberta Bertoli)
Lo so, arrivo in ritardo. Sembra che questo ebook gratuito non sia più in circolazione. Manco pagando. Ma sono certa che i racconti siano reperibili presso i relativi autori.
Avevo scaricato la raccolta a suo tempo e giaceva abbandonata nel mio reader. Che ci volete fare, il tempo è tiranno e la voglia di leggere racconti non sempre eguaglia quella di immergersi invece in un buon romanzo o un saggio.
Arriva invece il momento in cui il titolo ammicca insistente dall’indice della libreria digitale e ci chiama.
E allora ci si lascia andare alla voglia di leggerlo e parlarne.
Ammettiamolo: scrivere racconti non è facile. Dipingere personaggi in maniera adeguata e soddisfacente in testi brevi non è cosa da tutti. Per questo uno scrittore di racconti è messo di fronte a un compito che può rivelarsi più arduo della realizzazione di un intero romanzo.
Premetto che il livello narrarivo di questa raccolta è per lo più ottimo ed è stato quindi un piacere leggerla fino in fondo. Essendo tuttavia un’ensemble di generi e stili diversi, è inevitabile imbattersi in racconti che incontrano di più o di meno il proprio gusto.
Per questo motivo, senza nulla voler togliere agli altri, ho deciso di stilare un podio personale e soffermarmi sui tre che mi sono piaciuti maggiormente.
1) Abraxàs di Roberto Corridori
Abraxàs è un buon diavolo, nel vero senso della parola. Il racconto si apre con elementi piuttosto tipici di un certo filone di fantasy: angeli piumosi, diavoli con le corna, cimitero, riflessioni filosofiche su buoni/cattivi, e sembra che non possa catturare il lettore che non sia appassionato da questo genere. Ma la storia sorprende e assume presto una piega diversa, inaspettata. Il racconto prende per mano il lettore e lo porta via via in una dimensione più poetica dove, con leggerezza e sapienti tocchi narrativi, l’ascesa alle cime montane e l’incontro con i suoi abitanti diventa metafora della sublimazione da se stessi e dal proprio passato. Abraxàs non pensa, non giudica, e con lui il lettore che arriva ad accettare con naturalezza l’epilogo dalla morale distorta eppure così vicina.
2) Il gioco di Polly Russel
Idea interessante sviluppata in maniera magistrale. Bella la contrapposizione tra Vita e Morte nella loro eterna sfida. Anche se si intuisce quasi subito l’identità delle due sorelle, questo non inficia l’apprezzamento della storia che si accresce invece nella godibilità dei particolari. Pacato eppure emozionante, il racconto sa pennellare con brevi ma precisi tratti le vicende umane e il loro alternarsi, il tutto in una linea temporale zero, dove passato presente e futuro giocano il medesimo peso nella determinazione dell’esistenza.
3) L’appeso di Andrea Zanotti
Racconto horror in ambientazione western. Riesce a tenere con il fiato in sospeso dalla prima all’ultima riga. Questo per l’eccellente caratterizzazione dei personggi principali che, pur essendo tipici di quel bios, non scadono mai nella semplificazione o nella macchietta. La storia sembra ammantata da elementi sovrannaturali per tutto il suo svolgimento, portando il lettore ad aspettarsi un “colpo di scena” fin troppo prevedibile. La sorpresa finale risiede invece nella scoperta che l’orrore è del tutto umano, ma che non cessa per questo di essere tale.
Isabel Giustiniani