Se vuoi battere l'Inghilterra, devi mostrare il loro spirito. Dunque sabato la Francia sarà a Twickenham, con due sconfitte sul groppone nel 6 Nations 2013 e l'ultimo posto in classifica, a secco, e Frédérick Michalak a se stesso e ai suoi compagni d'arme dice: "Abbiamo bisogno dello spirito dei britannici. Si sa, noi siamo francesi, ci dilunghiamo troppo sulle cose, addirittura il giorno prima di una partita continuiamo a parlare di ciò che è accaduto la settimana precedente, continuando a focalizzarci su cose che sono ormai il passato". E dato che Michalak è approdato nel Sud d'Oltralpe, nel Tolone dove opera Jonny Wilkinson, riporta le parole della stessa apertura inglese: "Mi ha detto: voi tutti parlate troppo. Gli ho risposto: benvenuto in Francia. Mi ha insegnato l'importanza di andare avanti, di non guardarsi indietro, di concentrarsi sul futuro. Il segreto è lavorare duro, poco importa ciò che è successo, brutto o bello. Ecco dove sta il segreto".
Il numero 10 di Philippe Saint-André, quasi un decennio speso ad allenare in terra d'Albione con titolo di Premiership vinto, non può evitare di ricordare a se stesso che prima con gli Azzurri poi con i gallesi le cose non sono andate bene e che quella del 2013 è la peggior partenza francese dal 1992. "La sconfitta in casa è stata particolarmente dolorosa", racconta al Telegraph. E di fronte all'insoddisfazione rumorosa del pubblico non si scompone: "E' normale che abbia reagito così". Dunque la Francia ha la squadra per battere questa Inghilterra? "Certamente. Devi sempre crederci o ti ritrovi con niente. Dobbiamo comportarci come abbiamo fatto a novembre per battere l'Australia, con desiderio e precisione. Per Twickenham dobbiamo portarci dentro l'orgoglio, giocare con il cuore".
Michalak con molta probabilità troverà davanti a sé Brad Barritt, il centro dei Saracens di origine sudafricana con il quale ha giocato nei Natal Sharks. Ma soprattutto ci sarà Owen Farrell: "Ha un grande approccio sul campo, è un boss, no? Brad di sicuro farà un grande lavoro là fuori: parla, organizza e si assicura che tutto vada nel verso giusto". Quanto alla sua posizione sul terreno di gioco, non si pone troppe questioni: "L'ho fatto per tutta la mia vita", afferma riferendosi al fatto di essere stato utilizzato come mediano di mischia nel club attuale e come apertura nella nazionale, "è tardi ormai preoccuparsene ora. Il gioco moderno è molto più interscambiabile. Sul campo devi essere uno che sa adattarsi". E possibilmente conservare lo spirito dei Brits.