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Lo Spoleto Festival dei due Mondi e i sette vizi capitali

Creato il 02 luglio 2012 da Berenice @beneagnese

festival

La cinquantacinquesima edizione del Festival dei due Mondi di Spoleto si è aperta venerdì 29 giugno con un'opera di Benjamin Britten " Il giro di vite", diretta da Giorgio Ferrara, attuale presidente e direttore artistico dell'importante manifestazione, fondata da Giancarlo Menotti.

Accanto agli spettacoli di musica, danza e teatro che proseguiranno fino al 15 luglio, quest'anno il Festival si è arricchito di alcuni eventi importanti che stanno richiamando una grande attenzione di pubblico.

Tra questi trova ampio spazio e rilevanza la rassegna dedicata ai sette vizi capitali.

In un'epoca, qual è quella attuale, caratterizzata da una grande comunicazione ma anche da smarrimento e forte individualismo, sette predicatori scelti salgono sul pulpito della bella chiesa di san Domenico per parlare alla coscienza di tutti, per risvegliarla con la capacità retorica, riattivando attenzione e sentimenti.  

Ecco, allora, monsignor Rino Fisichella parlare della superbia, don Fabio Rosini della gola, monsignor Vincenzo Paglia dell'invidia. Il prossimo fine settimana, alle ore 17,00, monsignor Pierangelo Sequeri affronterà l'accidia, il cardinal Gianfranco Ravasi la lussuria, frate Enzo Bianchi l'ira, mentre l'arcivescovo di Spoleto monsignor Renato Boccardo  chiuderà sabato 14 luglio con l'avarizia. Per tutti ingresso gratuito.

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Domenica 1 luglio "l'invidia"

"L'invidia è uno dei vizi capitali che nessuno sarebbe disposto ad ammettere" - ha detto Vincenzo Paglia nell'orazione di oggi, tenuta  davanti a una platea stracolma, e ha ricordato che sono gli occhi il segno qualificante di questo difetto. Occhi che guardano mele chi cresce di più e che Dante Alighieri nella Divina Commedia punisce cucendo le palpebre con fili di ferro, mentre Giotto a Padova nella Cappella degli Scrovegni li fa ricettacolo del veleno di un serpente.

L'invidia è il dramma dell'uomo che si sente creatore e non più creatura, che oltrepassa l'inidviduo per diventare un vizio sociale scardinando la convivenza, alimentando la reciproca diffidenza. Una passione triste che genera frustrazione e offuscamento nel giudizio: un vizio da combattere.

E come?

Se si può trasformare positivamente l'invidia in competizione, è l'amore però che la sconfigge alla radice. Un amore fatto di carità, gratuito, disinteressato che continua ad agire al di fuori di ogni reciprocità. Il nuovo modello di amore che è nell'agàpe del Nuovo Testamento e che ciascuno può generare dal proprio cuore.

Un amore che toglie i pungiglioni ai vizi capitali e  "che- dice Paglia neo presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ma ancora vescovo di Terni - ha la stessa forza dell'acciaio inossidabile.

(In alto il manifesto ufficiale del 55 Spoleto Festival dei due mondi, al centro l'invidia dipinta da Giotto) 


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