Sono uno sport addicted.
Vivo di sport 24 ore su 24.
Ma non solo praticato, amo (quasi) qualsiasi sport e da maniaco, sono piuttosto esigente quando si tratta di guardarlo in tv.
Naturalmente ho il pacchetto completo di sky e potete immaginare come a casa sia una lotta continua tra me (che voglio vedere l'ultimo inning dei Tigers contro i Cardinals) e miei figli che pretendono l'ultimo episodio di Adventure Time (no, vabbè, quello lo vedo anche io, diciamo qualche altro cartone),
Il tutto naturalmente con buona pace di mia moglie.
Evitando di spaziare su sport che avrebbero poca attinenza con questo blog, vorrei soffermarmi sui "nostri" tre sport.
Per il nuoto, lo sport meno spettacolare da raccontare, il meglio è sulla Rai.
La coppia Mecarozzi-Sacchi è affiatata e piacevole da ascoltare.
Sky, che conosce bene il valore aggiunto dell'enfasi nelle telecronache, aveva provato ad inserire Caressa alle ultimi Olimpiadi, riuscendo a sopperire con le sue qualità oratorie qualche carenza tecnica specifica nel nuoto.
Nel ciclismo è evidente che Cassani
Vale da solo 6 ore di diretta.
La sua nomina a CT della nazionale ha indebolito un po' la predominanza Rai.
Pancani e Martinello ce la mettono tutta ma per il ciclismo non posso fare a meno di Salvo Aiello di Eurosport.
Un mix di competenza, cultura, passione e tanta pazienza nel "tener a bada" l'esuberanza del buon Magrini.
Per l'atletica per fortuna si casca bene ovunque.
Bragagna è un dj naturale, sa come raccontare al meglio lo sport con i tempi giusti.
Peccato solo che interrompa in continuazione i propri ospiti...
Ma il meglio, dall'anno scorso, si trova su quella che da un paio d'anni è diventata assolutamente la miglior rete sportiva italiana.
Fox Sport 2.
Nicola Roggero (altro fuoriclasse) e Stefano Baldini mi hanno tenuto letteralmente incollato ad ogni tappa della scorsa edizione della Diamond League.
Spero possano ripetersi quest'anno.
Ed infine la nota dolente: il triathlon.
Lo sport in tv è show.
"bastano" due cose per renderlo appassionante: grande competenza (e questo dovrebbe essere il requisito minimo di un giornalista sportivo) e saper emozionare.
Per questo una cazzata come il wrestling fa ascolti.
Non c'è niente da raccontare ma lo sanno fare benissimo.
Purtroppo per il triathlon è proprio il contrario, ci sarebbe molto da raccontare ma non si riesce a farlo nel migliore dei modi.
Certo, finché continueranno a mandare in onda gare in differita ma soprattutto sintesi tagliate a casaccio è impossibile fare un bel lavoro, ma qualcosa di meglio si potrebbe pur fare...