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Lo Sport Coach e il giovane campione, lezioni di atteggiamento

Creato il 22 agosto 2011 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Incontri fortunati di uno Sport Coach in vacanzaUna delle cose che amo di più del mio lavoro di Sport Coach è la ricerca e lo studio dell’eccellenza sportiva, è andare a scovare la differenza che fa la differenza fra un atleta e un campione, ed è proprio di uno di questi elementi che ti voglio parlare oggi.

Come forse ti ho già detto, probabilmente lo sport che mi appassiona e mi diverte di più praticare negli ultimi anni è il kitesurf e anche quest’anno, come l’anno scorso, sono tornato in Sicilia nel mio spot preferito a ritrovare vecchi amici e a divertirmi con tavola e vela.

Devi sapere che questo posto meraviglioso, non è solo una tappa obbligata per me quando voglio cimentarmi con una delle mie passioni sportive, ma è anche una splendida meta di allenamento per campioni nostrani e non solo. L’anno scorso ad esempio ho avuto la fortuna di incrociare e fare due chiacchiere con il campione italiano juniores freestile (quest’anno terzo ai campionati europei assoluti), e puoi immaginare la meraviglia nei miei occhi quando lo osservavo chiudere le sue spettacolari manovre.

Lo Sport Coach osserva il campione

Anche quest’anno gli incontri e le chiacchierate interessanti non sono mancate ed è una di queste che voglio condividere con te in questo mio post.

Ero a riva che mi stavo rilassando dopo una mattinata di kite, mi godevo il sole della Sicilia accarezzato dal vento che qui soffia quasi di continuo (lo so, il Mental Coach è un lavoro difficile, ma, come si dice, qualcuno lo deve pur fare :D ) quando mi arriva un messaggio. Nel rispodere al messaggio vedo che un bambino vicino a me mi osserva con attenzione, quasi smanioso che io finisca… lo avevo visto i giorni scorsi fare windsurf e aveva attirato la mia attenzione perché mi era sembrato bravino per la sua età.

Finito di scrivere il bambino mi chiede: “È un i-Phone?”. E io: “Sì, perché?”.

“Li hai dei giochi?”… dovevo aspettarmelo :D

Gli ho fatto vedere i giochi che ho, già preparato alla sua prossima richiesta: “Posso giocarci?”. Ne ha cambiati due o tre prima di trovare quello che lo soddisfacesse e poi, come succede con i giochini che “ti prendono”, si è completamente estraniato dal mondo ed ha iniziato a divertirsi con il mio telefono. Passa qualche minuto e mi chiede: “Qual è il record di questo giochino?”.

La domanda non mi era nuova… se non hai già letto questo meraviglioso articolo di Giuse, fallo! E se lo hai già letto rileggilo :) . Questa domanda è praticamente identica a quella che aveva fatto Fernando Alonso ai box quando doveva fare “divertire” alcune persone facendo loro fare alcuni giri sulla pista di Fiorano con la Ferrari Three Siters.

La cosa non mi aveva lasciato indifferente, lo Sport Coach che è in me si era risvegliato, ma il bello doveva ancora venire… anche se però, assorto nei miei pensieri, non gli avevo ancora risposto e perciò lui mi richiede: “Qual è il record di questo giochino?”.

“Non mi ricordo, 40 mila punti circa” rispondo io.

Intorno a noi c’erano altri bambini che lo stavano guardando giocare, forse desiderosi che arrivasse anche il loro turno, e che non si potevano lasciare scappare la ghiotta occasione… “Ma cosa ti interessa? Riesci a mala pena a fare 2 mila punti!”, ribatte prontamente uno di loro.

Lui non fa una piega, continua a giocare senza neanche sollevare lo sguardo e, senza perdere un secondo, risponde: “E allora? È solo questione di allenamento!”.

Che dire? Non credo che ci sia bisogno di tanti commenti… una meravigliosa lezione di atteggiamento da un bambino di 12 anni!

Alla sua successiva uscita ho osservato bene quel “bambino” ed era davvero bravo, allora chiedo a Gianluca (il mio maestro di kite) chi fosse, e lui sorridendo mi dice: “Tu in vacanza non ci vai proprio mai eh? Lui è il campione italiano della sua categoria di windsurf”. Prendo qualche informazione in più e vengo a scoprire che si allena “da solo” perché non ci sono altri bambini della sua età al suo circolo, lui è il più grande e non ha quindi la possibilità di avere il riferimento di altri bambini più grandi di lui che vadano più forte e che gli possano fare “da lepre”. È romagnolo e quindi non ha la possibilità di allenarsi tutto l’anno, d’inverno fa nuoto mi spiega il papà, “ma il windsurf è una grande passione e gli allenatori dicono che ha talento”. Quest’anno si è messo dietro gli altri bambini dei circoli di Palermo e Cagliari che hanno la possibilità di allenarsi quasi tutto l’anno (per ovvie motivazioni geografiche e climatiche) e che godono di una grande tradizione a livello di windsurf.

“Gli allenatori dicono che ha talento” mi ha detto il papà… e probabilmente è anche vero. Troppe volte però avere o non avere “talento” diventa un alibi o una scusa per avere raggiunto o non avere raggiunto traguardi e risultati più o meno importanti, e non parlo solo a livello sportivo! Sicuramente questo bambino ha talento e gli auguro tanti altri successi, credo però che uno dei suoi più grandi talenti sia nel suo atteggiamento, nel suo voler fare accadere le cose, nella sua determinazione e voglia di fare e di divertirsi, nel suo “E allora? È solo questione di allenamento!”.

In bocca al lupo Niccolò!

Pasquale Acampora
Di Pasquale Acampora


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