Dare una definizione di tutto questo è veramente difficile.
A me ed al mio amico Master Trainer Alessandro Mora piace spesso citare una battuta: “Cos’è il genio? E’ fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione.”
Tanti di voi avranno riconosciuto una delle frasi più famose del film “Amici miei” dove di talento, soprattutto nelle “zingarate”, ce n’era davvero tanto.
Io la trovo una definizione particolarmente azzeccata sia per la genialità che per la talentuosità.
Quanti di voi si sono chiesti cos’è il talento? Io da Sport Coach me lo chiedo spesso.
Tirare tutti i calci di punizione sotto al “7” alla Maradona o alla Del Piero?
La velocità di Bolt? Essere alti 2,16mt come Shaquille O'Neal? Avere la capacità di guida di Schumacher?...oppure… La cattiveria agonistica della Vezzali ? La costanza di Josefa Idem? La grinta di Gattuso? La concentrazione di Jessica Rossi?
Come facciamo a dare una risposta? E’ evidente che anche se in forme diverse sono tutti talenti, che questi grandi atleti con impegno , determinazione, allenamento, e Mental Training hanno coltivato e fatto fruttare.
Nell’ideologia comune il talento viene visto soltanto nel gesto tecnico o nella dote fisica, caratteristiche e capacità più o meno definite fin dalla nascita, e non ci si rende conto di quanto sia costato invece curarlo in ore e ore di lavoro e di fatica.
Troppo spesso sento dire: “ Ma tanto a lui non serve allenarsi è un talento naturale!!”, rabbrividisco solo al pensiero di una visione così miope.
Il concetto fondamentale è che ognuno di noi ha un talento. Anzi, udite udite più di uno!!
I campioni sono tali per un mix di caratteristiche, e probabilmente in attività simili, o meglio dove queste caratteristiche potrebbero fare la differenza, non mi stupirei se riuscissero ad eccellere comunque.
Una mamma porta per la prima volta sua figlia quindicenne a giocare a pallavolo, e durante lo svolgimento dell’allenamento scambia alcune parole con un’altra signora che aveva a sua volta la figlia in palestra.
Premetto che la prima era una donna alta più di 1’80mt e la figlia lo stesso, la seconda non raggiungeva 1’60, e la figlia idem; oltretutto la prima era una ex giocatrice di serie A di pallavolo, e il marito un ex Nazionale di Basket, ma nonostante questo la ragazza non aveva quasi mai indossato le ginocchiere o tirato a canestro, e si era dedicata alla danza.
La signora minuta si rivolse all’altra in modo seccato, e infastidita nel veder sprecato un simile talento genetico disse: “Ma signora! Come si fa a portare una ragazza come la sua, con quel fisico, a fare danza per 5 anni invece di farle fare Pallavolo o Basket?! Ci sono alcune ragazzine qui che darebbero qualsiasi cosa per essere come lei!!”…l’altra signora dall’alto della sua statura la guardò con amore e le rispose “A lei è sempre piaciuta la danza e noi non ce la siamo sentita di farle fare uno sport adatto a lei ma che magari non le piacesse, infatti è stata lei stessa che mi ha chiesto di portarla oggi a provare sennò non l’avrei fatto. Comunque credo che per lei signora sia stato lo stesso, altrimenti cosa ce l’avrebbe portata a fare sua figlia, che è poco più di un metro e mezzo, a giocare a pallavolo?! E’ evidente che le piace proprio tanto.”
Potete immaginare la faccia della signora in questione nel ricevere una risposta del genere.
Questo aneddoto mi sembra perfetto per presentare quello che secondo me è il grande segreto dei campionissimi: l’Amore per la disciplina che praticano!!!!!
Il Mental training ci aiuta a scoprire quello che vogliamo veramente e ad indirizzare le doti innate che abbiamo verso lo sport che amiamo.
Proprio in questi giorni abbiamo assistito ad un evento straordinario, una cosa che qualche anno fa nessuno avrebbe mai immaginato, ed è un perfetto esempio per farci capire che il talento prescinde dalle doti tecniche e dalle qualità fisiche. Ci palesa che un campione “è”, indipendentemente dai gesti che compie nello sport praticato, e che se si fosse dedicato ad un’altra cosa avrebbe primeggiato lo stesso!! L’atleta ha soltanto messo a disposizione della sua passione le doti che albergano in lui.
Tutti credo saprete la storia di Alex Zanardi, e a chi conoscesse soltanto i suoi risultati sportivi come pilota o fosse semplicemente al corrente del terribile incidente che ha subito durante una gara, consiglio vivamente di leggere il suo libro “Però Zanardi da Castel Maggiore!”, e scoprirete un personaggio di quelli che ce ne vorrebbero a migliaia in tutti i campi della vita.
Pilota di F1, Granturismo e Formula Indi, pluripremiato campione del volante a causa di un incidente viene privato di tutte e due le gambe, rischia di morire, viene operato, e con l’aiuto di protesi torna a correre. Fin qui storia commovente, grande esempio, assoluta forza di volontà, ma sempre nello stesso sport: l’Automobilismo.
Cosa sarebbe accaduto se Zanardi non avesse fatto il pilota ma si fosse dedicato ad un altro sport,
la dico meglio, Alex è stato un campione nell’automobilismo perché il suo talento sta nella guida, oppure ha messo a disposizione della guida dei talenti che avrebbe potuto mettere al servizio di un altro sport??
L’evento che lo ha visto protagonista in questi giorni non lascia alcun dubbio, il talento di Alex sta in un insieme di cose dentro di lui, che anche con una menomazione fisica importante, lo hanno portato a vincere nei Giochi Paraolimpici di Londra 2012 appena conclusi, due medaglie d’oro e una d’argento nella specialità della Hand-Bike, quindi in qualcosa che non aveva mai fatto prima dell’incidente e che non c’entra proprio nulla con freno ed acceleratore.
Quindi quello che si prefigge lo Sport Coaching è di riconoscere innanzi tutto i talenti “umani” che ci caratterizzano, tramite un grande lavoro massimizzarli ed esaltarli, renderli sempre disponibili, ed infine ancora grazie al Mental Coach metterli a disposizione della disciplina alla quale ci siamo dedicati con amore.
Un’altra cosa che sento dire abbastanza spesso nei discorsi da bar è questa..: “ Te lo ricordi quel fenomeno di qualche anno fa che vinceva tutti i tornei?? Adesso non ne imbrocca più uno, chissà cosa gli è successo!! Peccato però….” .
Proprio così, chissà cosa succede a quei grandi talenti che come meteore attraversano l’universo sportivo per qualche anno e poi si perdono in tornei di quart’ordine.
L’unica cosa che di sicuro non gli mancava era proprio il talento.
Che fine ha fatto, o meglio, che fine hanno fatto quelle doti umane che venivano messe al servizio della tecnica e dei potenti fisici??
Quando andiamo a ricercare questi personaggi li troviamo sempre pieni di problemi, spesso famigliari o di autostima, e comunque assolutamente demotivati e privi di passione per quella che un tempo era la loro unica ragione di vita.
Altri sono stati sopraffatti dalla notorietà e magari divorati da una vita non proprio da atleta. George Best, compianto e talentuosissimo campione del Mancester United si
è sempre vantato nel dire..: “ Ho speso molti soldi per l’alcool, le donne, le auto. Il resto l’ho sprecato”.
Qualunque sia il motivo per il quale si cade in basso, l’unico modo per risalire è ricordarsi delle caratteristiche e dei talenti di cui si dispone. Lo Sport Coaching ci permette di lucidare questi doni che la natura ci ha dato e che la vita ha purtroppo impolverato ed arrugginito, il compito di un Coach in questo caso è proprio quello di far ritornare in pista con i ferri nuovi e la sella lucida il cavallo di razza di un tempo: http://www.youtube.com/watch?v=TiettXUaaXs