«Sarà un torneo di calcio a cinque», spiega Luca Giandomenico, che si è speso moltissimo dell’organizzazione e che sarà in campo sabato per l’altisonante Yellow Icons cup. «Si sfideranno ben dieci squadre maschili mentre quelle femminili sono sei, una è di ragazze tedesche. Sfioriamo i 100 atleti, gli arbitri saranno 8 e siamo solo al debutto…», aggiunge un Giandomenico molto soddisfatto: «Essere gay visibili e giocare a pallone è ancora difficile in Italia: è uno sport che a livello professionistico non lascia spazi, tra noi gioca persino chi ha smesso con il calcio perché sentiva di non poter essere visibile». In campo ci saranno evidentemente anche numerosi eterosessuali: «Abbiamo chiamato a raccolta amici e colleghi e il decimo municipio, una circoscrizione di Roma, metterà in campo una piccola squadra… coinvolgere l’altra sponda (ride, ndr) nelle nostre partite può aiutare ad cambiare le cose, almeno un poco».
I tennisti, per parte loro, paiono più navigati: «Siamo alla terza edizione del torneo di tennis Uno smash per diritti civili. Gli atleti sono 160, con una minoranza cospicua di eterosessuali. Abbiamo tennisti di tutto il mondo: Stati uniti, Belgio, Germania, Svizzera, Canada…», e fatichiamo ad interrompere l’elenco che sta stilando Maria Antonietta Manganello, vicepresidentessa Yellow e direttore del torneo.
Gay.it – Lo sport gay arriva a RomaL’organizzazione è stata complessa: «Tutti gli atleti sono ospitati presso amici, soci e conoscenti, c’è da diventare matti con le defezioni dell’ultimo secondo. Sfogheremo la tensione accumulata alla vigilia sul campo dove ci scontreremo anche con gente in gamba come Paolo Isidori, che è molto forte anche a livello FIT e alcune teste di serie straniere». Qualche grattacapo, esattamente come per Europride, è arrivato con gli sponsor, aggiunge Giandomenico: «Tranne sei attività che si rivolgono alla comunità gay, che credono molto in quello che stiamo facendo, è una strada ancora difficile da percorrere».
E’ un peccato, perché il torneo ha tutti i numeri in regola per imporsi tra gli appuntamenti di assoluto rilievo per la comunità gay e non, stanca di soli pride. Nonostante le difficoltà “Yellow week”, quest’anno ha fatto le cose in grande: presentazione ingessata con giacca anche per gli atleti alla Sala Conferenze di Montecitorio, saluto delle istituzioni e dell’Onorevole Paola Concia che farà gli onori di casa alle premiazioni insieme al patrocinio di tutti gli enti locali: regione, comune, provincia e municipio, esattamente un grande slam.
E Yellow uscirà persino dai campi di calcio e tennis affacciandosi all’universo della scuola con la premiazione di un concorso sulle tamatiche del razzismo rivolto agli studenti delle medie “Un segno per l’integrazione”. Sempre a partire dallo sport visibile poi, l’associazione Yellow, nella convinzione che fuori e dentro il mondo dello sport siamo tutti uguali, animerà il dibattito sui diritti con i festeggiamenti per i dieci anni del Registro delle Unioni civili del Municipio X di Roma, che, da quest’anno, consentirà di registrare l’unione delle coppie residenti a Roma (superando il vincolo di residenza nel X Municipio).
Si possono infine riunire quasi 300 atleti, a stragrande maggioranza omosex, senza pensare ad una sana movida notturna? Impossibile.
«Yellow week», sarà anche aperitivi, brunch e feste danzanti di house/pop a bordo piscina per atleti e coloro (e sono tanti) che li amerebbero volentieri… ma attenti a non fare troppo tardi: le partite di tennis incominceranno tassativamente all’alba delle 9. Pronti a fare la “ola”? (pubblicato in Gay.it, 28 settembre 2011)
Tutte le informazioni: www.yellowsport.it/october/