Infine: “Lo Spresal non può entrare nel merito della scelta di ciò che la committenza intende riutilizzare a bonifica avvenuta, scelta che compete esclusivamente a chi è proprietario del ben o lo ha in gestione”.
Insomma, un po’ come dire: non è lo Spresal che deve decidere cosa va gettato via in quanto non bonificabile, è responsabilità del TRA decidere cosa salvare. Lo Spresal si limita a monitorare la bonifica ed occuparsi del prelievo dei materiali scartati.
Nei giorni scorsi la Fondazione TRA si è trovata un po’ impreparata nel rispondere sulla sparizione dell’archivio storico “Ferrero”, a tal punto da far uscire su alcuni giornali (vicini al Comune di Alessandria) foto di scaffali pieni di tomi. Peccato che si trattasse di un’altra raccolta di libri. Sempre la Fondazione del Teatro aveva detto che la colpa sarebbe proprio dello Spresal in quanto “le autorizzazioni per bonifica e selezione del materiale che doveva essere riqualificato o eliminato non sono passate dagli uffici della Fondazione, che peraltro non avrebbero le competenze necessarie. Dagli uffici della Fondazione TRA non esiste certificazione ufficiale del lascito, nè atto formale di classificazione dello stesso”. Da qui la precisazione Asl-Spresal.
Alcuni giorni fa la presidente del TRA Elvira Mancuso, presa alla sprovvista da un giornalista che incalzava sulla perdita del Fondo Ferrero, aveva liquidato la questione sostenendo che il Fondo era un mucchio di “libri vecchi”. Del resto anche lei “aveva dovuto rinunciare ad un suo tappeto”. Lo svuotamento degli archivi e lo smaltimento dei materiali era stato voluto anche dal direttore dei lavori, Francesco Darquati.
C’è qualcosa non torna. L’ennesima vicenda poco chiara, fatta di notizie parziali o che non trovano immediato riscontro, attorno alla bonifica del Teatro Comunale.