
La sessantacinquenne Nency Meyers è nota per le commedie rivolte per lo più a un pubblico femminile (What women want) e negli ultimi anni ha portato sugli schermi attori e attrici over 65 importanti e spesso trascurati, come Jack Nicholson e Diane Keaton. Questa volta abbiamo Robert De Niro, oramai felicemente (?) e definitivamente confinato alla commedia sentimentale, che affianca Anne Hathaway. Che dire di Ne Niro? In tutto il film ripropone sempre la stessa espressione e sembra la parodia del vecchietto di Up. Sic transit gloria mundi. Non è stato difficile dunque per Anne Hathaway superare l’illustre collega e offrire l’interpretazione più convincente della pellicola. Il suo ruolo sembra la naturale e possibile evoluzione del personaggio che la portò al successo dieci anni fa, ovvero l’assistente de Il Diavolo veste Prada e nel corso del film ci sono diverse battute su una cliente, una certa Rachel, che sta per sposarsi: Rachel sta per sposarsi era il film (da noi ignorato, ma che consiglio di recuperare) che portò la Hathaway alla sua prima nominationa all’Oscar. Dopo l’Oscar e Insterstellar ci si aspettava forse di più da lei, ma in fondo ogni attrice americana coltiva il sogno di diventare la nuova Julia Roberts.
Arriviamo dunque alla sceneggiatura: la Meyers è brava a tratteggiare i personaggi e riesce nell’arduo compito di renderci simpatici tutti, perfino le comparse, mostrando sempre i lati migliori di tutti, senza mai schierarsi. E la va riconosciuto il merito di aver realizzato un’altra commedia sentimentale senza love story. La trama però mescola fin troppi temi e in troppo tempo: due ore sono eccessive per una commedia sentimentale patinata made in Hollywood. Si parla di vecchiaia, di lavoro, di donne e giovani in carriera, di padri in paternità: praticamente quasi tutte le tematiche sociologicamente più studiate del momento. Insomma, una commedia agrodolce ben confezionata che si lascia guardare volentieri senza lasciare troppi interrogativi.
VOTO: 6,5