Lo stagista inaspettato
Enza Mathieu
E’ la regista e sceneggiatrice Nancy Meyers a sposare il filone del feel-good movie, che nelle ultime stagioni è cresciuto e si è moltiplicato a dismisura incrociando a volte il tema della terza età.
Vedovo e pensionato settantenne, Benjamin Whittaker passa il tempo tra funerali, yoga e stratagemmi per ingannare, senza successo, la solitudine. E’ grazie a una start-up per il riutilizzo degli anziani, che Whittaker diventa l’assistente personale di Jules Ostin, giovane donna in carriera.
Quest’ultima in un primo tempo lo ignora, poi lo accetta come autista. Jules, che percorre i locali della società in bicicletta per guadagnare tempo, è satura di stress, sia per gli impegni di lavoro che per i doveri familiari; per questo gli investitori premono per metterle accanto un CO più esperto di lei.
A poco a poco, la giovane amministratrice delegata si rende conto di chi sia veramente il vecchio Ben: una specie di angelo custode mandatole dal cielo, pronto a dispensare infallibili consigli a lei e ai giovani geek della compagnia.
In questo film Meyers introduce temi seri: la difficoltà d’invecchiare, sentendosi “dismessi”, in un mondo liftato e tecnologico; i problemi della donna che deve conciliare carriera e famiglia; l’accettazione all’interno della coppia della figura del marito casalingo.
Però, man mano che il film va avanti, si ha l’impressione che Nancy viva nel paese delle fate, dove nessun problema è veramente serio o comunque non c’è nulla che non si possa superare grazie a un buon consiglio di Ben.
Non si tratta, tuttavia, della commedia romantica inter-generazionale ch e si potrebbe temere: la vecchiaia diventa quasi una nuova giovinezza, e i giovani traggono enormi vantaggi dal fare interfaccia con gli anziani.
Nel film va sottilineata l’alchimia che si percepisce tra Robert DeNiro e Anne Hathaway.
(Fonte: Roberto Nepoti – ‘Lo stagista inaspettato’, De Niro e Hathaway in un film per stare bene –www.repubblica.it)
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