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Lo Stato è un MEZZO (a voi giudicare se efficace o meno)...non un FINE (o la Fine...)

Creato il 22 gennaio 2016 da Beatotrader


Lo Stato è un MEZZO (a voi giudicare se efficace o meno)...non un FINE (o la Fine...)
Io continuo a ri-sognarmi la notte come incubo ricorrente
un passaggio del discorso di fine anno del Presidente Mattarella... ovvero quando intona il classico mantra: ommmm "Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se tutti le pagassero"...ommmm....
"Evasione inaccettabile...elemento che ostacola le prospettive di crescita...nel 2015 l'evasione fiscale in Italia ammonta a 122 miliardi di euro....soltanto dimezzando l'evasione si potrebbero creare oltre trecentomila posti di lavoro: gli evasori danneggiano la comunità nazionale e danneggiano i cittadini onesti.
Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se tutti le pagassero"....
Adesso posso anche capire Mattarella:  è figlio di politici, fa politica da più di 50 anni e vive di Stato da sempre...
dunque diciamo che è un filino "di parte" ed ha una certa deformazione mentale....
Ecco perché ci rifila a reti unificate un concentrato di luoghi comuni propagandistici sull'evasione fiscale visto che da sempre lo manteniamo con le nostre tasse.
Però accidenti!  Basta con questa LEGGENDA METROPOLITANA (STRUMENTALMENTE INDOTTA) dell'Evasione Fiscale come origine di tutti i mali.
In realtà è vero l'esatto contrario:
l'Italia non è in crisi perché gli italiani versano poche tasse ma semmai perché lo Stato sottrae troppa ricchezza a quanti la producono...
  La pressione fiscale reale in Italia è ad un record mondiale...
Eppoi "i falsi miti" vengono sempre a galla... per chi vuol vedere....
INFATTI storicamente anche quando............................................
.

l'evasione fiscale è diminuita ... la pressione fiscale è sempre&comunque SALITA, insieme alla spesa pubblica.
Chiedete lumi in merito all'esimio Presidente Mattarella... sempre che questa domanda non venga considerata Offesa all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica e dunque veniate condannati da 1 a 5 anni di reclusione... 
Lo Stato è un MEZZO (a voi giudicare se efficace o meno)...non un FINE (o la Fine...)
"L'inefficienza della pubblica amministrazione frena la ripresa
La mala-burocrazia pesa molto di più dell’evasione fiscale (fonte: CGIA)"...
Da far leggere al Presidente Mattarella... che nel discorso di fine anno ha parlato di evasione fiscale come freno alla ripresa.
Lo Stato deve capire che prima di fare prediche ai cittadini
deve riformare radicalmente se stesso
e diventare esempio inossidabile di efficienza ed onestà...
altrimenti le prediche perdono il 99% di credibilità ed efficacia.
Bisogna capire che attaccare l'evasione fiscale
con un disumano 70% di pressione fiscale reale
e con uno Stato inefficiente&corrotto
è qualcosa di SURREALE
che sarebbe più adatto ad un Lager che ad una democrazia 
(e non cito Laffer per non spaventare nessuno...).
Bisogna capire che l'evasione fiscale si verifica sulla ricchezza comunque prodotta
mentre la mala burocrazia IMPEDISCE la creazione di ricchezza,
brucia ricchezza e sottrae ricchezza
per redistribuirla in modo minimamente produttivo.
Naturalmente le cose che ho auspicato qui sopra  sono inutili e/o impossibili  perché lo Stato non riformerà mai se stesso  finché c'è una base del 60% di clientes-cittadini che vive di Stato...
Logica del Declino: in Italia oltre il 60% "vive" ancora di Stato (ormai "fallito" ed insostenibile...)
Premessa:
moltiplicate pure per 2x la stima dei "danni" fatta dalla CGIA
e state tranquilli che sarà una stima più vicina alla realtà...
Nel computo mancano i danni enormi
fatti dalle Corporazioni Feudali a protezione Statale ed a business protetto....
Insomma ‪
#‎NOHOPEFORTHISITALY‬ ‪
#‎ITALIALTROVE‬
".....Il malfunzionamento della Pubblica amministrazione italiana continua ad avere “un impatto molto negativo sull'economia del nostro Paese frenandone la ripresa”. 
Lo afferma la CGIA di Mestre.

- i debiti della Pa nei confronti dei fornitori ammontano (al lordo della quota ceduta dai creditori in pro-soluto alle banche) a 70 miliardi di euro;

- il deficit logistico-infrastrutturale penalizza il nostro sistema economico per un importo di 42 miliardi di euro l’anno;

- il peso della burocrazia grava sulle Piccole e medie imprese (Pmi) per un importo di 31 miliardi di euro l’anno;

- sono 24 i miliardi di euro di spesa pubblica in eccesso che non ci consentono di ridurre la nostra pressione fiscale in media Ue;

- gli sprechi e la corruzione presenti nella sanità ci costano 23,6 miliardi di euro l’anno;

- la lentezza della nostra giustizia civile costa al sistema Paese 16 miliardi di euro l’anno.

La mala-burocrazia pesa più dell’evasione fiscale
E’ possibile affermare con buona approssimazione che gli effetti economici derivanti dall'inefficienza della nostra Pubblica amministrazione siano superiori al mancato gettito riconducibile all’evasione fiscale che, a seconda delle fonti, sottrae alle casse dello Stato tra i 90 e i 120 miliardi di euro ogni anno....."
Ed adesso buona lettura...
non dico che di colpo dobbiate cancellare il LAVAGGIO DEL CERVELLO
che vi hanno inculcato fin dalle scuole elementari
e via mass-media a controllo statale...
ma almeno provate a valutare un punto di vista alternativo
ad aprirvi a nuove interpretazioni della realtà
a fare almeno una MEDIA ...
a fare almeno una TARA della versione ufficiale con la quale vi martellano.
A PROPOSITO DI EVASIONE FISCALE
di Massimo Testa

Il discorso di fine anno della massima carica dello stato ha avuto come argomento principe la cosiddetta evasione fiscale.
Non è certo la prima volta che l’evasione fiscale viene indicata come una piaga del paese e che si sostenga sia uno dei freni alla crescita dell’economia.
Se lo stato recuperasse gli introiti relativi all'evasione, sostiene uno studio di Confindustria, si potrebbe arrivare a creare fino a 350.000 nuovi posti di lavoro.
Non sappiamo in base a quali astrusi calcoli si giunga a risultati del genere, né si vede come lo stato possa e debba creare nuovi posti di lavoro quando il suo apparato è fin troppo obeso e rappresenta un costo imponente.
Non è altresì credibile che ad un aumento dell’introito fiscale corrisponda un calo delle tasse: come è facilmente riscontrabile storicamente, al crescere degli importi riscossi dallo stato è SEMPRE corrisposto un aumento della spesa pubblica, e MAI un calo della pressione fiscale.
Prendendo comunque per buona l’entità dell’evasione fiscale (e anche in questo caso c’è da dire che, trattandosi di attività occulte, quella cifra rischia di essere solo una stima arbitraria, non si sa quanto vicina alla realtà), quello che per noi è evidente è che lo stato non può concretamente recuperare il mancato introito.
Per motivare questa nostra opinione abbiamo preso un dato che stima le voci e le relative percentuali che compongono l’evasione, riportato nella pagina postata qui e che fu pubblicata a suo tempo da diversi organi di informazione, fra cui il quotidiano Repubblica.
Vediamo come commentare questo dato:
– Il 43% attribuito alla criminalità e il 19% del lavoro nero NON SONO EVASIONE:
le cifre che riguardano le due voci non potranno mai emergere fiscalmente, perchè riguardano attività economiche che hanno luogo proprio perché non soggette al prelievo fiscale.
Così come un criminale non delinque per pagare le tasse, un lavoro in nero esiste solo perché non gravato da tasse e contributi: in caso contrario nessuno verrebbe assunto e nessuno farebbe quegli scambi.
Ergo: il 62% del totale della voce è INESIGIBILE
– Il 21% delle Big Company così come il 12% delle società di capitali vanno chiamati in altro modo, ovvero “elusione”.
L’elusione fiscale è la pratica di porre in essere un negozio giuridico, da parte di un contribuente, al solo fine di pagare meno tributi. A differenza dell’evasione fiscale, l’elusione viene ritenuta una pratica giuridicamente lecita.
L’elusione quindi avviene entro i termini di legge: così fa(ceva) Apple, così fanno i Dolce&Gabbana, infatti assolti quando portati in giudizio.
A questo si aggiunge che le società a responsabilità limitata, non avendo i mezzi economici per sostenere onerosi costi per consulenze legali e fiscali, vista l’aliquota fiscale che colpisce gli utili tendono a presentare bilanci con utili risicati o in pareggio.
Questo crea distorsioni non da poco nell’attività imprenditoriale: si è portati a fare spese e investimenti non strettamente necessari all’azienda per non vedersi sottrarre la maggior parte degli utili conseguiti.
Ergo: il 33% in questione è di diretta responsabilità del riscossore sia per le lacune di un groviglio di normative fiscali demenziali, sia per la sua bulimia assurda.
– Rimane il 5% di professionisti, autonomi e piccole imprese di persone (e già che ci siamo, di attività non dichiarate da parte di dipendenti pubblici e privati)
Stiamo parlando di una percentuale sul dato totale dell’evasione globalmente insignificante, ma allo Stesso tempo di operatori economici su cui vigono procedure di accertamento illegittime e canagliesche (redditometro, speso metro) e per le quali si è invertito l’onere della prova (non è lo stato a dovere dimostrare l’evasione ma il contrario, il che va contro qualsiasi idea di diritto); intrappolati in una selva assurda di norme e di gabelle a titolo vario, sia a livello nazionale che locale.
Concentrarsi quindi su queste attività per stigmatizzare i loro tentativi di continuare ad esistere è sbagliato, perché ha prodotto in questi anni una desertificazione economica diffusa, a maggior ragione in un paese con un apparato produttivo molto frazionato come il nostro.
A ben vedere, si possono rimettere allo stato tutte le accuse.
E’ lo stato che distorce la concorrenza; è lo stato che mina il tessuto economico; è lo stato che invece che rendere uguali rispetto alla legge crea favoritismi e legislazioni di favore per una categoria produttiva piuttosto che per un’altra; e, dulcis in fundo, è lo stato che non è tenuto ad osservare le sue stesse norme (si pensi all’ammontare delle sue pendenze rispetto ai suoi fornitori, ed è solo un esempio).  
Ultima considerazione:
confondere lo stato con il paese (con la patria, ha sostenuto qualcuno) è una posizione che se è lecito aspettarsi da chi lo stato rappresenta, non è comunque logicamente sostenibile.

Gli stati nascono, muoiono, cambiano; i paesi no.

Lo stato è un mezzo (a voi giudicare se efficace o meno), non un fine.

Questa visione sacrale dello stato, così diffusa fra molte persone, non ha alcuna ragione di esistere.
(N.d.R. se non logicamente per i clientes che ancora campano di quello Stato - ormai fallito - e che in FallitaGlia sono ancora maggioranza...fino al COLLASSO finale)
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