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Lo stato Mon

Creato il 03 gennaio 2015 da Enricobo2

Lo stato Mon

Essiccazione del pesce


Lo stato Mon

Venditrice di pesce

Lo stato Mon è una sottile striscia che si protende lungo il confine thailandese a sud di Yangon. Terra misteriosa e tribolata, sede di continue lotte tra il governo e la combattiva etnia locale che aspirava all’autonomia, è un rigoglio  di verde  tra colline dolci ricoperte di boschi e rami di fiume, circondate da palmeti di ogni tipo. E’ un continuo susseguirsi di gruppetti di capanne di pescatori che gettano reti nell'acqua generosa dei larghi canali. Gli enormi pesci catturati sono poi subito aperti e ripuliti, infine stesi su grandi cannicciati di bambù a seccare al sole, quindi i lunghi filetti vengono tagliati e avvolti a treccia e infine ammonticchiati in cataste in attesa dei grossisti che li porteranno a lontani mercati o nella capitale oppure offerti alle rare auto di passaggio o alle fermate dei tanti bus e baracchini stracarichi, nei banchetti lungo la strada. Anche se non li vedi subito, l’odore ti guiderà.Qualche ragazza dal viso esangue, ricoperto da uno spesso strato di thanaka, dalle narici ormai aduse ed insensibili, ti lancerà occhiate distratte buttando continuamente l'occhio al telefonino appoggiato tra le pile di pesci. Di tanto in tanto, in una capanna di frasche più grande, che noti immediatamente per il gran numero di sedie di plastica rosse e verdi disposte attorno a tavoli di legno traballanti, puoi sostare a farti una zuppetta di noodles e pesce o un riso fritto, tanto per resistere fino a sera sbocconcellando banane rosse, le più buone e gustose che avrai mai gustato, godendo dal paesaggio che scorre attorno a te, mentre il tuo mezzo procede verso la meta.

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Bancarella di armi giocattolo

Kinpun è un grosso borgo cresciuto alla base della pista che conduce al monte Kyaiktiyo, dove ogni giorno arriva una enorme massa di pellegrini. Come tutti i luoghi nati a questa bisogna, è tutto un brulicare di negozietti di ogni tipo, sorti sulla via principale che offrono ogni tipo di frutta e cibarie oppure prodotti tipici locali, come distillati di erbe e radici e dolci a base di cocco. Un posto a parte lo tengono i venditori di materiali sacri, ghirlande, fiori e  bastoncini di incenso. Dietro i banchetti, capanne dove gli stessi prodotti vengono preparati e confezionati. Ci sono anche bancarelle di giocattoli, data la gran quantità di bambini che circolano intorno. I tipi più curiosi ed oggetto di desiderio, sono le armi di bambù, che diversi laboratori costruiscono in gran quantità. Fuciletti, pistole e mitragliatori, montati con attenzione a partire dalle canne a cui vengono aggiunti i sagomati calci di legno e i tamburi rotanti. Lungo il fianco vengono impresse a fuoco delle sigle come USA e Rambo, tanto per capirci. I mitra hanno anche un piccolo meccanismo che ruota facendo rattattattà tramite una linguetta che sbatte contro dei raggi, un po’ come quella che mettevamo noi da ragazzini nella ruota della bicicletta per simulare il motorino. I più assatanati clienti di questa mercanzia, sono i monaci bambini che trovi spesso rincorrersi nei cortili dei monasteri, sparandosi l’un l’altro con i fuciletti e le pistole tese, beninteso dopo aver completato il ciclo completo della recitazione dei mantra e delle orazioni della giornata. Intanto si sta facendo sera ed i bambini escono da scuola.

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Tornando da scuola

Chi corre veloce con la sportina che contiene libro e quaderno,che ballonzola di traverso, chi in gruppetti, specialmente le ragazzine, chiacchierando animatamente. Qualcuno affannato per arrivare a tempo a rincorrere una palla malandata con gli amici, si aggiusta alla meglio il lonjee che casca da tutte le parti, qualche altro inforcando una bicicletta più grande di lui, se ne va verso casa. Tutti comunque procedono con la calma accaldata del tropico che non spinge all’affanno. In fondo, basta arrivare a casa prima che diventi troppo buio, facendo ciondolare al fianco il baracchino di metallo del pranzo portato da casa. Dalla strada in discesa, scende un carrettino che di tanto in tanto fa putipù con una trombetta. Tra due pani di ghiaccio ha un pentolone di gelato. Subito si raduna un gruppetto di bambini che se ne vanno poi ad uno ad uno brandendo il loro conetto di cialda rosata con una pallina da leccare. Mi sembra di essere a Valle San Bartolomeo cinquanta anni fa. Si vede che certe combinazioni di comportamenti sono incistate nel Dna umano in generale. In mezzo al paese, in un grande spiazzo polveroso, una specie di stazione degli autobus dove gli automezzi ripartono a sera carichi di pellegrini che sono appena scesi dal monte sacro, nascosto dietro le colline nel folto della foresta. Ci andremo domani, intanto ci possiamo  fermare qui a godere di questa calma campagnola, mentre cala la notte. I tanti cani randagi, girano alla larga senza dare troppo disturbo, forse più spaventati che aggressivi, basta non avvicinarsi troppo alle cucciolate. Puntando qua e là la pila per controllare dove vanno a finire i piedi e stando attento a cosa pesti, segui il sentiero in terra battuta che ti riporta al tuo bungalow odoroso di tek, nascosto tra gli alberi ad aspettare il mattino. Tutto intorno soltanto i rumori del bosco.
SURVIVAL KIT

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Filetti di pesce secco

Kinpun è la base di partenza per la salita alla Golden Rock. Un paio d’ore di auto da Bago.Per proseguire verso sud nello stato Mon per il monte Hpan Pu e Mawlamine utilizzare un traghetto che consente un bellissimo viaggio lungo il fiume.
Golden Sunrise Hotel – Kinpun -$ 55 la doppia- Offre bei bungalow di tek spaziosi e puliti. Atmosfera molto tranquilla. Personale come al solito gentilissimo. Abbondante colazione e possibilità di cenare all’interno in una atmosfera assai rilassante. Cucina cinese birmana, piatti attorno ai 5000K. Free Wifi ma debolissimo.

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La friggitoria di Kinpun


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