"You can't never hold back spring" (album: Orphans)
Di solito, quello che mi risulta più difficile quando scrivo un romanzo, oppure un racconto, è trovare il giusto nome da dare ai personaggi: sembra che la mia fantasia si rifiuti di collaborare, quando c'è da assegnare un'identità nominale a questo o quel protagonista. E' per questo che la maggior parte dei miei personaggi hanno il nome - il più delle volte leggermente modificato - di cantanti o musicisti famosi. Così, ecco che il protagonista di " The Angels Chronicles" si chiama Jake Blues (The Blues Brothers) e uno dei caratteri secondari, Tom Waits (in realtà l'ho modificato in Weits, ma il riferimento mi pare chiaro).
Un giovane Tom Waits
Nessun compromesso.Mi sono "innamorato" di Tom Waits al primo ascolto - all'epoca avevo sedici-diciassette anni - un vero e proprio colpo di fulmine. L'artista di Pomona, California, è d'altronde il classico esempio di cantautore che si adora o si detesta: non esistono compromessi.
Se alcune delle sue canzoni, magari cantate da altri (come spesso è accaduto: Rod Stewart, gli Eagles e Bruce Springsteen sono gli esempi più eclatanti), possono comunque piacere ad un ampio pubblico, lo stesso non si può dire della sua voce: è qui che entra in gioco la contrapposizione tra amore e odio. La voce di Tom Waits è qualcosa di unico, un getto di lava pieno di lamette da barba che aggredisce le orecchie e il cuore di chi ascolta, lasciandogli poche alternative: o una resa incondizionata oppure la fuga verso lidi più tranquilli, dove l'uomo nero e il suo vocione roco non possono agguantarti per trascinarti all'inferno.
La fama di Tom Waits, dall'inizio della sua carriera ad oggi, è cresciuta ad un livello esponenziale tale che non mi meraviglierei di trovare suoi fans anche tra gli eschimesi. Avendo poi recitato in molti film famosi (oltre che musicista, compositore e poeta, Tom Waits è anche un validissimo attore), la sua faccia "da schiaffi" è sicuramente più conosciuta, al grande pubblico, delle sue canzoni.
Tra l'infinità di film in cui Tom Waits ha recitato (in tutto sono una trentina), è doveroso ricordare: Daunbailò (con Roberto Benigni); La leggenda del re pescatore (di Terry Gilliam); Dracula di Bram Stoker, regia di Francis Ford Coppola ( Tom Waits vi recitava la parte di Reinfeld, ); La tigre e la neve (di Roberto Benigni); Parnassus (di Terry Gilliam anche questo).
La classifica: Top ten delle migliori canzoni di Tom Waits (tra parentesi il nome dell'album)1) Invitation to the blues (Small change) 2) Grapefruit moon (Closing time)3)Whistlin' past the graveyard (Blue valentines)4) You can never hold back spring (Orphans)5) All the world is green (Blood Money)6) Take it with me (Mule variations)7) Lost in the Harbour (Alice)8) Drunk on the moon (The heart of saturday night)9) Time (Rain dogs)10) Gin soaked boy (Frank's wild years)
Lucertole (parte quarta)Un racconto malatoPrima parte di "Lucertole"Seconda parte di "Lucertole"Terza parte di "Lucertole"
...Non appena Jakie il bello ebbe spostato tutte e tre le taniche, Adam buttò l’occhio dentro la vasca, scrutando tra le gambe e le ginocchia segate del cinese. Controllò attentamente, mentre l’italiano fissava lui a sua volta e aggrottava le ciglia spesse, come chiedendosi che diavolo gli fosse preso. “ Manca il tappo.” Disse infine. Jackie alzò la testa piena di capelli neri e lo fissò con aria truce, guardandolo dal basso verso l’alto.
Era parecchio piccolo, oltre che stronzo.
“ Cosa?” “ Manca il tappo.” Ripetè Adam.Jakie il bello smise di fissarlo come un’idiota e prese anche lui ad ammirare tra le gambe spolpate del cinese. “ Non è possibile… - disse mentre con gli occhi vagava di qua e di là per la vasca. – Da qualche parte deve esserci… deve essere scivolato sotto questo ciccione…”Adam scrollò la testa.“ Non è scivolato da nessuna cazzo di parte, - rispose.- Il tappo non c’è, ti dico. Non può essersi infilato nel culo di questo ciccione e neppure in nessun altro suo buco puzzolente… nella vasca non c’era nessun tappo, quando ho iniziato il lavoro.”“ E perché diavolo non me lo hai detto subito?” Sbraitò l’italiano.“ Perché pensavo che tu lo sapessi già, fucking asshole che non sei altro!...“ “ Come diavolo… come diavolo mi hai chiamato?” Jakie il bello si avvicinò ancora di più e gli fu quasi alla gola. Piccolo com’era faceva prima ad azzannargli i coglioni, che il collo, ma non era da escludere che ci provasse in ogni caso. Forse alzandosi sulle punte dei piedi…Adam alzò le mani e si allontanò dal piccoletto di un passo, prima che la tentazione di strangolare quel fottuto figlio di puttana prendesse il sopravvento e gli facesse fare una cosa di cui sicuramente più tardi si sarebbe pentito. Ammazzare un mangiaspaghetti non era mica una questione da poco: farlo fuori a casa sua, poi, era una vera stronzata. Quelli lì l’avrebbero inseguito fino all’inferno, per fargliela pagare. “ Non prendertela con me, amico… non c’entro mica io, se qualcuno si è perso quel tappo del cazzo.”L’italiano lo fissò truce per qualche secondo ancora e poi fece un gesto con la mano come a dire và al diavolo . Prese a camminare come un ossesso per tutta la cantina e a cercare dentro gli unici due mobili presenti, aprendo cassetti e richiudendoli con rabbia, controllando il pavimento centimetro per centimetro e tutte e quattro gli angoli della cantina, quasi se lo fosse preso uno di quei ragnacci gonfi e pelosi che se ne stavano accovacciati tra la sporcizia e la merda dei topi. Si chinò un paio di volte per terra e controllò anche sotto i mobili, tra il pavimento e il legno, ma lo spazio era così stretto che a malapena ci sarebbe potuto passare un foglio di carta, lì sotto. Sia la credenza che l’armadio grosso erano senza piedi. Alla fine, anche lui dovette arrendersi all’evidenza. Si grattò tra i capelli con fare pensieroso. “ E dove cazzo lo troviamo, adesso, un fottuto tappo di merda?” Esclamò sempre più rabbioso. “ Sono le tre e mezza di notte, cazzo!...Me lo dici, dove lo troviamo?”Adam fece spallucce e non disse nulla. Si appoggiò al muro e infilò le grosse mani nelle tasche dei jeans, incrociando un piede avanti l’altro. Era meglio aspettare che a Jakie il bello sbollisse un poco la rabbia, perché altrimenti avrebbero litigato ancora e lui non lo sapeva proprio se sarebbe riuscito a trattenersi per la seconda volta dal prenderlo a sberle. Prese una sigaretta e fece per accendersela, poi cambiò idea e la rimise nel pacchetto. “ Forse, tra gli attrezzi che ho in macchina riesco a trovare qualcosa…” rimuginò l’italiano, dimenticandosi per un momento di lui. Dopo un attimo di indecisione guardò nella vasca e poi ci si chinò sopra, infilando un braccio tra le gambe del cinese. “ Cristo santo… - prese ad armeggiare con il braccio dentro alla vasca, - fottuti piedi ...” e alla fine alzò la mano di fronte sè. L’indice e il pollice della sua mano erano lievemente distanziati, come se tenesse tra le mani una grossa moneta invisibile. O un tappo. Si alzò da terra e uscì dal portone di ferro senza dire nulla, tenendo sempre l’indice e il pollice a quel modo come un ritardato del cazzo. Adam incrociò le braccia e aspettò che ritornasse. Passarono una ventina di minuti.Jakie il bello rientrò ancora più disperato di quando era uscito. Sembrava come impazzito e aveva macchie di grasso sul viso, strisce nere da apache in guerra sotto e sopra i suoi occhietti convulsi, freneticamente agitati in cerca di una soluzione a quel casino.“ Porca puttana… PORCA DI QUELLA PUTTANA IMPESTATA!”Sferrò un calcio alla vasca e l’acciaio risuonò sordo, breve come un colpo di pistola. Non doveva aver trovato granché, in macchina, e la cosa sembrava imbestialirlo parecchio.
CONTINUA...
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