Dopo una giornata di svogliata osservazione delle reazioni dei miei "amici" all'annuncio della morte di Margaret Thatcher, ammetto di essere quantomeno provata.
Giusto ieri stavo pensando alla mia omonima neo-defunta, ma solo perché ho passato quasi tre ore incollata al portatile in compagnia di This Is England '88.
Quest'inverno ho letto con disumana lentezza una buona biografia del mio spirito guida, Saint Morrissey di Mark Simpson. Il testo, opera di un fanatico nel quale mi sono immedesimata senza grossi problemi, rappresenta un tentativo d'interpretazione in chiave psicoanalitica della figura del Maestro. Tra i passaggi più balordi, ne spicca uno su Margaret Thatcher, in cui l'autore contrappone l'aperto e noto invito da parte di Morrissey all'uso della ghigliottina sulla Lady di Ferro, ad una sua possibile identificazione con la suddetta.
Dopo averlo letto, mi sono fermata per un po' a riflettere, giungendo alla seguente conclusione: so troppo poco su Margaret Thatcher.
Sono troppo giovane per ricordarmela all'opera. Ho un'idea molto nebulosa di tutto quello che combinò da Primo Ministro, anche se penso di aver raccolto dati a sufficienza per formarmi un'opinione accettabile sul suo operato.
Non lo dico per una questione di perbenismo, o di rispetto dei morti.
Lo dico perché oggi, contemplando le reazioni dei miei "amici", non ho potuto fare a meno di pensare a quei questionari in cui è previsto che si chieda ai rispondenti di esprimere un'opinione su un tema per loro nuovo, o sul quale non hanno mai riflettuto prima. Allo stimolo segue una risposta "istintiva", spesso condizionata da tentativi più o meno consapevoli di allineamento ad un "comune sentire", o ad aspettative sulle idee dei ricercatori.
Lo stimolo di oggi: è morta Margaret Thatcher.
Era una donna malvagia, nevvero?, pare abbiano mormorato un sacco di persone che non si sono mai prese la briga di documentarsi un minimo, prima di prendere parte all'inondazione con il loro personalissimo contributo.