Il bilancio 2015 prevede soli 102 milioni per gli investimenti! Il restante di 872 milioni di euro è destinato alla spesa corrente. Basterebbero queste due cifre per provare, oggi, l’assoluta inadeguatezza della classe dirigente di sempre. Una classe politica che non ha mai avviato un’economia autonoma, anzi ha acquistato l’acquistabile per poterlo meglio controllare. Sperperando risorse in contributi a pioggia senza mai indagare quanto questi fossero produttivi o meno. Una gestione che culturalmente trova molte affinità con quella di stampo mafioso. Una gestione che, durante la stagione delle vacche grasse, ha trovato un’intera collettività complice: ognuno ha avuto il suo grande o piccolo tornaconto. I soldi non mancavano e l’abbondanza ha garantito a tutti la sua porzione chi più chi meno, ma sufficiente. Oggi il discorso cambia. Il parassita muore insieme al suo ospite. Senza un’economia dinamica, ma dipendente dalla politica, ci troviamo con pochi spiccioli da destinare agli investimenti che sono quelli che possono dare il via allo sviluppo. Di chi la colpa? Ma di chi “viene da fuori” è ovvio!