Indifferenza.
Profonda neutralità verso la vita. Nessuna lacrima. Mai dolore.
Una vita che scivola, va avanti nonostante tutto.
Un uomo che perde la madre e conquista una donna.
Una proposta di matrimonio che non trova motivi di rifiuto… ma neppure per il si.
Uguale. Tutto vale e niente conta.
Estraneo nel mondo. Straniero a se’ stesso.
D’un tratto arriva un gesto, un movimento. Sbagliato.
Arriva il momento di difendersi o decidere di mollare.
Ed in fondo, anche questo non conta poi molto.
Anima rara che non sente tremori. Solo caldo e profonda asfissia.
Ogni gesto appare vano e l’attesa profonda e disarmante.
Leggendo non riuscivo a capire perchè un uomo potesse comportarsi così.
Può mai apparire ragionevole questo modo di vivere? Perchè vivere così?
Abbandonarsi di fronte la nullità e i bisogni dell’esistenza.
Non godere dell’amore o apprezzarne solo una parte.
Vivere nell’esistere. Non vivere nell’emozione.
Non sentirsi mostri di fronte la morte. Uccidere per confusione.
Davvero tutti noi possiamo sopravvivere a quello che ci accade e continuare ad andare avanti senza provare nulla?
Respirare la stessa aria non equivale a condividerla.
Ogni uomo è un mondo a se’. Un universo incondizionato di emozioni e parole.
Sentirsi soli fa parte di noi. Gioire, emozionarsi, vivere di ricordi.
Sentire un uomo patire la vita è un dolore che lascia il segno.
E l’estraneità al mondo può raggiungere livelli sconosciuti ed impensati.
Mentre la punizione dell’uomo riconosce la giusta misura.
E la profondità di un attimo è difficile da dimenticare.
Luna
Magazine Cultura
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