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Lo strano caso del Laos e del primo sacerdote dopo 40 anni

Creato il 12 febbraio 2011 da Milleorienti

Il Laos è uno dei Paesi più poveri ma anche più affascinanti dell’Asia (guardate questo slideshow) per la sua rigogliosa natura e per Lo strano caso del Laos e del primo sacerdote dopo 40 annila varietà delle sue popolazioni (60 etnie!) che mantengono vive le proprie tradizioni. Quasi isolato dal mondo, il Laos è arretratissimo sul piano economico e ha un regime politico socialista “old style”, dove vige ancora l’ateismo di Stato. Nella Repubblica Popolare del Laos però  ho constatato il funzionamento di una regola non scritta ma seguita da tutti: il partito comunista non rompe troppo le scatole alla gente, e la gente non rompe le scatole al Partito. Una sorta di patto di non belligeranza, che funziona nell’indifferenza reciproca. In pratica, il popolo laotiano e il Partito vivono da “separati in casa”.

la questua dei monaci buddhisti a Luang Prabang
Facciamo l’esempio della libertà di religione: in uno Stato ufficialmente ateo, viene tollerata. L’etnia maggioritaria Lao è largamente buddhista, e il buddhismo è ampiamente praticato nei templi e nei monasteri delle città – la capitale Vientiane ma anche e sopratutto l’antica ex capitale del Laos, la meravigliosa Luang Prabang. Le popolazioni tribali del nord e del sud del Paese invece sono animiste, e praticano il proprio credo e il proprio stile di vita nella sostanziale indifferenza del potere politico.

Ci sono poi piccolisime minoranze religiose come i cristiani, e a proposito di quest’ultimi ci arriva ora una notizia significativa di una certa “apertura” da parte del regime: dopo ben 40 anni,  il 29 gennaio 2011 è stato ordinato il primo sacerdote cattolico. Il nuovo sacerdote si chiama Pierre Buntha Silaphet, ha trent’anni,  è nato a Phom Van (Sayaboury, nel Nord Laos) e appartiene al gruppo etnico K’hmu’. L’ultima ordinazione sacerdotale in Laos era avvenuta nel 1970, 41 anni fa, cinque anni prima dell’instaurazione dell’ateismo di Stato e anno dell’espulsione di tutti i missionari stranieri, senza possibilità di rientrare nel Paese.
Oggi  è stato fatto capire – in maniera non ufficiale – agli interessati che la cerimonia dell’ordinazione non deve avere troppo risalto, e assumere la forma di una festa di villaggio.
Dal 1975 il vicariato di Luang Prabang non ha cattedrale, ma solo piccole chiese sparse sul territorio (foto sopra). La Chiesa cattolica è presente sul territorio con quattro vicariati apostolici: Luang Prabang, Paksé, Savannakhet e Vientiane. I cattolici sono 39.725, pari allo 0,65% della popolazione. Ulteriori approfondimenti qui.


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