Dunque, da dove tirare il primo filo?
Forse dalla scoperta fortuita che un giorno Athos Bigongiali, bravo scrittore toscano, fa spulciando un indice bibliografico: quello di un libro, Dr. Hyde and Mr. Stevenson, che non conosceva e che pare sia stato edito nientemeno che a Tokio.
In che senso, Dr Hyde e Mr. Stevenson? Come si possono accostare lo scrittore e il personaggio nato dalla penna e dalla fantasia del primo? E se fosse un altro caso di sdoppiamento, come ben sappiamo proprio per Hyde, anzi per mister Hyde, così inseparabile dal dottor Jeckill?
Sorpresa, sorpresa di Athos Bigongiali e quindi anche nostra: c'è stato davvero un dottor Hyde nella vita di Stevenson, un dottor Hyde in carne e ossa con cui ebbe a che fare. Lontano dall'Europa, nella breve vita felice che Stevenson riuscì a cogliere nei mari del Sud.
Senza Athos Bigongiali probabilmente oggi non avremmo modo di leggere la Lettera al dottor Hyde pubblicata da Sellerio. E che Stevenson scrisse davvero, a un reverendo protestante delle Hawaii. Lettera vibrante di sdegno, lettera durissima contro questo Hyde che non ha niente a che vedere con i delitti nelle nebbie della Londra vittoriana, ma che si è reso colpevole di un misfatto reale: denigrare la figura di un missionario che era morto nella cura degli indigeni ricoverati in un lazzareto.
Lettera inattesa da parte di un uomo che in realtà ambiva a questo:
Nessuna parte del mondo ha un fascino altrettanto potente per chi la visiti: ora il mio compito è di dare un'idea di quel fascino a coloro che viaggiano seduti accanto al fuoco.
E che pure non girava la testa di fronte alle storture del mondo, quasi sempre peggiori di quelle raccontate sulla carta.